40 anni, ricordi e riflessioni

Compiere 40 anni è un buon motivo per riflettere sui tempi andati e su quanto mi (e ci) attende in futuro.

25 febbraio del 2022, una data come tante per tanti, ma non per me. Il sottoscritto infatti compie 40 anni e vorrei tanto che ci fossero solamente motivi per festeggiare a lungo. Ed invece proprio in questi giorni soffiano venti di guerra, cosa che non lascia proprio tranquilli e che smorza, di parecchio, la mia voglia di mangiare, bere, ridere, scherzare, giocare.

Ok, si entra negli anta una volta sola e si spera sempre di non udir fischiare bombe, nè in un futuro prossimo nè mai. Però, cazzo, la pandemia non è ancora finita ed ecco un altro problema, potenzialmente più grave: perchè il covid si è capito come arginarlo ma come si può fermare la follia che spinge quello là ad attaccare un Paese e a minacciarne altri?

Cazzo ti ridi, Megatron! Sei allegro perchè in Europa c’è in giro uno spietato quanto te? O sghignazzi perchè chi scrive ha una condizione fisica talmente approssimativa che non basterebbe tutto l’energon del mondo per rimetterlo in forma? Taci, tu, che sei letteralmente un pistola!

Sto divagando, forse il compleanno ha dato il via ad un precoce rincoglionimento…

Come scritto nelle primissime righe, i 40 anni sono un buon modo per ricordare

Parlando di ricordi le prime cose di cui ho memoria sono… boh, 2-3 flash sull’asilo nido. Io che gioco con un amichetto, un non così invitante piatto di riso al pomodoro e, purtroppo, la “bidella” che mi infila il termometro dove non batte il sole perchè avevo la febbre. Che culo, eh? Letteralmente.

Parlando di scuola materna, invece, rammento ben più di qualche flash così come non credo dimenticherò mai certe cose legate alle elementari. Prima di tutto le mie due maestre e praticamente tutti i miei compagni di classe, tra cui quel paio di bimbe che, beh, mi interessavano. Non so trovare altre parole perchè a 6-10 anni parlare di sentimenti amorosi forse sarebbe un tantino esagerato ma all’epoca, oh, ero cotto! Che dire poi delle gite, delle feste di carnevale e dei gruppi opzionali che ti permettevano di cucinare, usare il pirografo e non ricordo più che altro? Bei tempi, anche se andare in piscina 2 o 3 volte alla settimana non mi faceva impazzire…

Capitolo medie? Capitolo medie.

Indimenticabili le prime insufficienze (storia e geografia)e quella prof tanto bassa quanto terribile anche se, sono convinto, a modo suo ha voluto bene a tutti. E pazienza se ne eravamo tutti terrorizzati!

Non male poi aver mollato il nuoto per una più divertente attività pallonara: il calcio a 7 dell’oratorio ha riservato più sconfitte che successi, forse, ma certe partite le ho ancora ben impresse nella mente. Senza contare certi avversari come l’animale del Bergoro o Frigo, che non lo spostavi manco con la gru. E che poesia alcuni campi, al limite del ridicolo: dei terreni erano talmente brutti che la palla rimbalzava totalmente a caso mentre altri avevano forme per così dire particolari e il calcio d’angolo lo potevi battere solo da una parte.

Superiori, ma superiori a chi e a cosa?

Superiori che, almeno all’inizio, fece rima con dolori. Materie difficili, alcuni insegnanti pessimi (anche umanamente) e compagni di classe addirittura peggiori mi portarono ad abbandonare il liceo. Avevo appena iniziato il terzo anno e vedevo talmente tutto buio che i miei ritennero opportuno farmi cominciare un percorso di analisi. Ad oggi non so stabilire quanto si sia rivelato utile, ma quello che servì fu sicuramente avere le prime esperienze lavorative. In nero, sfruttato e malpagato eppure non bollerei quelle esperienze come tremende, quindi pensate un po’ quanto mi segnò frequentare quel liceo scientifico.

A proposito di segni, mentre facevo il giardiniere mi ruppi il menisco scivolando sul paraurti del camion del “capo”. Nel giro di poche settimane maturai la convinzione che era il caso di prendere il diploma e due anni dopo quel giorno ripresi gli studi. In un istituto tecnico, ovviamente più alla mia portata e per fortuna con prof, compagni e compagne che ricordo col sorriso.

I miei studi ufficialmente terminarono dopo due corsi postdiploma, l’ultimo dei quali mi spalancò le porte del mondo lavorativo. Un mondo fatto di precarietà e di capi non sempre, come dire, onesti. Ho sempre dato il massimo eppure pareva (e pare tutt’oggi) non bastare. Per fortuna che, al netto di qualche altro periodo buio, ho fatto tesoro delle mie esperienze ed oggi sono felicemente sposato e padre di una bimba che, con ogni probabilità, farà la ballerina.

No, non sto riassumendo gli ultimi 17 anni in poche righe. Semplicemente ho 40 anni, sono pigro, stanco e la nana malefica fra poco si sveglia. Se volete saperne di più su di me ci sono due opzioni: leggere TUTTI i post di questo blog oppure contattarmi su Facebook o, meglio ancora, su Twitter.

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