Anime spaziali che (non so se) voglio ricordare

Robot, fuorilegge, treni e pirati. Ecco i non sempre indimenticabili anime spaziali che ho incontrato in tv qualche millennio fa.

Sono un figlio del tubo catodico e negli anni Ottanta e Novanta posso dire di aver visto di tutto in tv. Ovviamente un posto speciale nel mio cuore lo occupano i cartoni animati giapponesi ed oggi voglio parlarvi di un genere in particolare. E cioè degli anime spaziali. Cacciatori di taglie e sceriffi intergalattici, pirati al comando di astronavi entrate nella leggenda, treni ed ovviamente robot: tutto bellissimo, vero?

Non proprio visto che, per un motivo o l’altro, ci sono alcuni prodotti made in Japan (più o meno) che non ricordo con molto affetto. Noiosi alla morte, privi di mordente o semplicemente la vecchiaia avanza e mi sto rincoglionendo? Domande strane poste da una mente strana che… sto perdendo il filo, quindi…

Ecco gli anime spaziali che non so se voglio davvero ricordare ma che, magari, voi gradireste o avete già adorato.

Galaxy Express 999

“Galacsii… galacsiiii… galacsiiiiiiiii!!!” è l’inizio della sigla. Ed è anche praticamente l’unica cosa che ricordo di sta roba qua. Mi rimangono solo frammenti di sensazioni, sensazioni che andavano dalla noia alla noia estrema. E’ un cartone storico e di successo? Sì, tanti della mia generazione lo ricordano/lo guardavano con piacere, ci scommetto. Anche perchè altrimenti non si spiegherebbero le oltre 100 puntate della serie regolare e gli enne spin-off-corti-lungometraggi.

Lo trasmettessero oggi probabilmente gli darei una chance: un ragazzino viaggia su un treno spaziale, in compagnia di una donna che gli ricorda la madre, per andare sul pianeta dove potrà prendersi, gratis, un corpo robotico. Iniziano così le avventure di Masai e Maisha… che non mi mancano per niente.

Capitan Harlock

Altro giro altra corsa alla riscoperta di quello che, credo, sia l’asso degli anime spaziali. Protagonista carismatico come pochi, con un look iconico e soprattutto un “mezzo” (l’Arcadia) che è tra i sogni mostruosamente proibiti di noi comuni… nerd. Come per il cartone precedente anche qui nel mio crapone vuoto c’è, appunto, il vuoto. Buio pesto, davvero non ricordo pressochè nulla, a parte la sigla.

C’entra forse il fatto che da piccolo potevo guardare solo un tot di tv e preferivo perdermi in Holly e Benji o, ma dai, nei Transformers? Altamente probabile, sicuramente se e quando si potrà cercherò di riscoprire Harlock e la sua ciurma in compagnia di moglie e figlia. Tanto in giro si trovano i dvd, anche del film che però non so se ne vale la pena…

Capitan Futuro

Vi prego, vi scongiuro, non fatemi scrivere le stesse cose di prima. Esatto, per quanto mi sforzi non rammento nulla di sto reperto archeologico se non, ovviamente, la bellissima sigla e poco altro. Come l’astronave del protagonista, la Future Comet, che era di una bellezza rara e della quale mi capitò tra le mani un piccolo giocattolo. Purtroppamente e inevitabilmente finito chissà dove.

Cowboy Bebop

Facciamo un salto in avanti nel tempo perchè qui si parla di roba decisamente più nuova. E decisamente interessante, almeno per me. Bellissimi episodi pieni di cacciatori di taglie intergalattici che al lavoro, tra un criminale da acciuffare e un conto irrisolto col passato e accompagnati da una colonna sonora di gran pregio. Come ad esempio il tema di apertura che, permettetemi, è una figata astrale. Ecco riassunto in pochissime parole, forse troppo poche, l’anime Kaubōi Bibappu (titolo originale).

Da tale meraviglia sono nati un film e due videogame ed è uno di quei rari casi che hanno visto nascere il manga DOPO il cartone, trasmesso in Italia su MTV tra il 1999 e il 2000. Forse è per questo che lo ricordo meglio rispetto ad altri? In quel periodo ero decisamente solo, avevo momentaneamente abbandonato la scuola e di lavoro non è che ne potessi trovare a palate. Ma questa è un’altra storia, che un giorno potrei anche raccontare…

Gundam

Non si tratta di UN anime spaziale, bensì di un fottutissimo franchise, una serie di serie (scusate) che ha scritto la sua bella paginetta di storia dell’animazione. Eh sì, perchè i vari Gandamu (vecchi e nuovi) hanno avuto un successo tale che sono guardati e adorati ancora oggi. Da piccolino non mi innamorai dei mobile suit, ma fossi stato un filino più grandicello scommetto che mi sarebbe partita la scimmia: tra armamenti, design, nemici e battaglie c’è davvero tanta ma tanta roba.

Si diceva del successo. Ebbene, nel giro di qualche decennio sono state prodotti in quantità oscena anime, OAV e film. Per non parlare poi di manga, romanzi, videogame e soprattutto gunpla, i modellini in plastica di suit e veicoli. Spinto dalla curiosità mi sono letto la pagina Wikipedia e ho scoperto che il brand Gundam da solo occupa il 20% del fatturato di Bandai, con un giro d’affari da 18 miliardi di dollari!

Robotech

Sarebbe meglio chiamarlo Macross, che gli ammerigani son campioni nel far casino anche e soprattutto con prodotti non a stelle e strisce. Di tale discreto, ma tutto sommato cool, pastrocchio made in USA ne ho già parlato in questo articolo per cui non mi dilungo oltre. S’è fatta una certa, ho fame ed è alto il rischio di scrivere boiate peggiori di quelle che avete già letto. Anche perchè voglio chiudere in bellezza, con qualcosa che non saprei nemmeno come definire…

Sceriffi delle stelle

Alzi la mano chi si ricorda di loro! Io, tu… e basta? E te credo, probabilmente saremo 10 in tutto il mondo a ricordarci di tale chicca. Che altri non è che l’ennesimo Frankenstein giappamericano: esiste un cartone, in USA lo trovano figo ma siccome cheppalle il Sol Levante pensano di stravolgerlo. E viene fuori un minestrone in stile Robotech/Macross con trama, dialoghi e montaggio del tutto nuovi. Che non significa necessariamente migliori.

Come successo per altri anime spaziali, di tale prelibatezza non rammento una beneamata fava. A parte qualche frammento, le armature dei protagonisti e, ancora una volta e chissà perchè, la sigla. Meravigliosa.

Buon ascolto e, magari, buona visione!

p.s.: occhio che potrebbe arrivare la seconda parte, con altre prelibatezze che quasi nessuno ricorda…

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