Calcio: una passione su più livelli

Non solo le partite in tv o allo stadio. Il sottoscritto divora calcio in ogni forma: dai videogames alle figurine, passando per il Subbuteo.

Datemi qualcosa che rotoli e sarò felice in eterno. Questo almeno era quello che pensavo da piccolino, quando mi bastava una palla di carta stagnola per fingere di essere Gullit e vincere miliardi di partite. Improvvisate in cameretta o, perchè no, a scuola durante l’intervallo. Il calcio, lo avrete capito, per me è una passione nata qualche anno decennio fa.

Provo con tutte le mie forze a ricordare quando ho iniziato ad interessarmi a questo sport, ma ero davvero piccolo e posso solo immaginare come sia andata. Mio papà è tifoso, non accanito chè guai ad esagerare nella vita, ma gli si illuminano ancora gli occhi quando parla di Rivera. Deduco che ad un certo punto mi abbia trasmesso questo interesse e poi, com’è giusto, pian piano il tutto sia cresciuto assieme a me.

Erano gli anni del Milan di Sacchi e delle notti magiche di Italia 90, ovvio che provassi nel mio piccolo ad emulare Maldini o Baggio. E quindi, appena possibile, via al parco a fare quattro tiri con i miei. Lo sento ancora il mio “vecchio” che mi dice di non tirare di punta ma di collo mentre mamma, povera, provava a fare il portiere. Ugualmente divertenti erano le partite ai campi estivi, dove c’era gente ben più brava del sottoscritto ma a me non importava granchè.

Si cresce, purtroppo…

Una volta iniziate le medie sono finito in una squadra di calcio a 7 e per del tempo la sportiva dell’oratorio è stata la mia società. Non si è vinto molto, si è perso anche 16 a 1, ma si è anche vinto e qualcosa ho imparato: a tirare le punizioni a giro sotto l’incrocio, ad esempio. E ho anche capito, soprattutto e purtroppo, che bisogna adattarsi. Perchè non sempre puoi fare il ruolo che vorresti e a volte puoi essere allenato da chi ne sa e a volte da chi di tenere un gruppo l’è bùn no, non è mica buono.

Verso la maturità scolastica ho appeso gli scarpini al chiodo, perchè dovevo studiare e perchè mi ero rotto di fare panchina. Scarso sì, ma lì nessuno era Rui Costa. E quindi basta pallone? No, perchè poi sono inziate le partite di calcio a 5 con gli amici. Da terzino generoso, scarso e scontento sono diventato una sorta di Pippo Inzaghi col piede e la mobilità di Rivaldo: pochissima corsa e qualche golletto niente male, ma sempre in attacco anche quando non c’erano difensori. Chè tanto lì il fuorigioco non c’era.

Venne il giorno in cui conobbi quella santa donna che poi è diventata mia moglie. Ciao ciao calcio giocato e benvenute partite intere guardate sul divano. Perchè fino ad un certo periodo i gol li ho visti unicamente a 90°minuto, a parte qualche partita di Coppa o della Nazionale. Poi sono diventato grande (più o meno), sono entrato nel mondo del lavoro e, oh, un abbonamento alla pay per view è stata cosa buona e giusta.

Niente stadio: perchè costa, perchè costa e anche perchè costa. Ma soprattutto è un posto dove l’essere umano dà il peggio di sè. Urlare ok, magari si bestemmia pure, d’accordo, ma se non riesci a trattenerti nemmeno di fronte ad un bimbo che magari c’ha paura del casino o (peggio) proprio dell’animale che guardi allo specchio, allora io con te non ci voglio proprio avere a che fare. Quasi mai, giusto un paio di match tranquilli negli ultimi 10 anni. E mi è bastato per altri 10. Come detto, troppe bestie in troppo poco spazio.

Non si vive di sole partite…

Che dire delle intramontabili figurine? Assurdo che riempire un album Panini mi appassioni (si fa per dire) più oggi di quando ero un ragazzino. Nostalgia o rincoglionimento precoce? Chi può dirlo. A proposito di rimpianti, sento ancora oggi i sacramenti tirati da papà a causa del Subbuteo. Non perchè perdesse, a quella roba non ci ha mai giocato con me. Ma quando ti sbatti per trovare un piano di legno al quale attaccare quel panno verde e poi tuo figlio non ci gioca… beh, figa, su, dai, alora. Ci siamo capiti? Per me era meglio il SEGA Master System II, anche perchè sai che tristezza giocare da solo.

I videogiochi mi tengono compagnia dalle elementari e ancora oggi provo un certo gusto a farmi qualche partita. Non raggiungo lo stesso godimento di 20 anni fa, chè FIFA 98 rimane irraggiungibile, lì nel suo passato dorato. Ma un vecchio PES su computer conserva il pregio di farmi distendere i nervi, al netto di qualche bestemmia. Che sto cazzo di gioco s’impalla spesso e sempre sul più bello.

In 40 anni posso dire che è cambiato tutto, ad eccezione della mia passione per il gioco più bello al mondo. Ora non corro più dietro ad un Super Tele ma mi accontento di far divertire la mia piccolina. Che ce la mette tutta pur di fare un tirone, come dice lei. E ogni tanto ci riesce pure, anche se prima o poi consumerà la punta delle scarpe proprio come faceva il suo papà quando era piccolo. Per farlo in bello stile ci vorrà, giustamente, un po’ di tempo…

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