Estate 2020: non solo spiaggia e mascherine

Estate 2020: si possono ancora chiamare vacanze col coronavirus in giro? La risposta è sì, ma non è stato come gli anni passati.

Nonostante il coronavirus e la poca voglia, l’estate 2020 aveva tutte le carte in regola per essere assolutamente dimenticabile. Nonostante tutto, anche quest’anno, in agosto, la mia famiglia è andata al mare. Com’è andata? Direi nè bene nè male, un 6 stiracchiato per una serie di fattori. Sicuramente la “clausura” di marzo-aprile si è fatta sentire dal punto di vista del morale. Far convivere le esigenze di due lavoratori in smart working con quelle di una bimba di 3 anni e mezzo non è stato semplice e le tensioni non sono mancate.

Praticamente ci siamo portati in spiaggia un discreto carico di tossine da smaltire. Eppure c’è stato modo divertirsi e…

sabbia, tramonti e il mistero (?!) del Pj Mask decapitato: val la pena raccontare alcune cose di quest’estate 2020.

Premessa: magari a voi non frega granchè delle mie/nostre ferie, ma il fine ultimo di questo blog è quello di essere un diario che spero un giorno mia figlia leggerà. Quindi beccatevi ste chiacchiere e ste foto.

Che vacanze sarebbero senza i giochi con la sabbia e un onestissimo e coreografico castello? La “piccola” ci ha passato le ore nei pressi del bagnasciuga, a costruire torri e dimore degne di un re. Con la mamma. Chè io, con la pelle da zombie albino che mi ritrovo, mal sopporto caldazza e raggi solari estivi. Diciamo che mi sono trasformato in una sorta di pensionato che, con mani rigorosamente dietro la schiena, ogni tanto godeva delle creazioni di moglie e figlia.

Figlia che, verso il tramonto, ha sperimentato le infinite gioie di pilotare un aquilone. Tra una risata e l’altra ha slalomeggiato (si può dire?) tra i pochi ombrelloni rimasti ed è un miracolo che una folata non l’abbia fatta decollare. Così come è incredibile che non abbia messo i piedi sopra qualche biglia, paletta o secchiello dimenticati lì da chissà chi.

A proposito di oggetti smarriti…

Quest’anno un po’ per caso e un po’ per noia è ufficialmente partita la caccia al reperto: oggetti e giocattoli andati persi nel viavai di famiglie troppo prese a rincorrere il pargoletto di turno per accorgersi di aver lasciato per terra dei veri tesori. Si fa per dire, ovviamente, che almeno per questa dimenticabile estate 2020 si è trovato di tutto tranne che portafogli gonfi di soldi. O anche solo la mia fede nuziale persa qualche annetto fa. Il bottino dell’Indiana Jones di sta ceppa (il sottoscritto) e consorte non è stato memorabile: ad aprire le danze una carta da gioco, persa causa vento da suoceri e nipote grande il giorno del nostro arrivo e magicamente riapparsa sotto una sedia.

Di tutt’altro valore (ahahah, no) il losco figuro che potete ammirare qua sopra. Armato di fucile con baionetta, col suo simpatico grugno ha allietato una passeggiata in riva al mare, finendo dritto sparato in cima alla lista dei sospetti. Ma di quale crimine?

Diciamo che non capita tutti i giorni di esultare per la decapitazione di uno dei Pj Masks. Chiaramente la presenza di Gattoboy deve aver dato fastidio al giocattolo sbagliato e il super pigiamino si è così meritato una fucilata in faccia da parte del soldatino di cui sopra. Con risultati piuttosto inquietanti. Anche perchè da un giorno all’altro il pupazzetto senza testa si è ritrovato impiccato da una collanina (trovata anch’essa in spiaggia), è caduto causa una biglia di vetro finita in mezzo alle gambe (spiaggia) ed è stato investito da una microscopica muscle car senza una ruota rinvenuta indovinate un po’ dove. Riassumendo: la vita di un’action figure può essere molto pericolosa, soprattutto se qualcuno (chi scrive) la trova irritante quanto la puntura di una zanzara.

Tramonti, tramonti ovunque!

Quelle che seguono sono solo alcune delle foto scattate quando il sole decideva di andare a nanna. Sono la testimonianza evidente che non basta lo scorcio per catturare una bellissima immagine.

Se non hai tempo, pazienza, non metti a fuoco e il cellulare decide di fare quello che gli pare… ecco, magari non ti ritrovi con uno scatto memorabile.

Se invece hai un cellulare non anarchico, colpo d’occhio e mano ferma allora puoi tranquillamente sospendere le ricerche dello sfondo perfetto per il tuo pc/smartphone. Và che colori!

Altro fattore da considerare quando si scata una foto al tramonto, come in tanti aspetti della vita, è l’ora. Ma anche il culo. Perchè alle 20.14 a me vien fuori una cosa simile…

… mentre a mio nipote, 3 secondi dopo, esce questo…

… o questo, 15 minuti più tardi.

Bellissimi castelli di sabbia, ritrovamenti di un certo livello, tramonti da film e io dò a quest’estate 2020 un 6 stiracchiato. Perchè?

Tossine da lockdown a parte, il periodo estivo si è dimostrato una discreta schifezza anche per altri motivi. I problemi legati alla pandemia han fatto sì che non ci fosse la solita truppa: qualcuno doveva lavorare, qualcuno ha preferito la montagna e qualcuno ha avuto un assaggio di sfiga pesante. Prego agevoliamo prova fotografica sottostante, grazie.

A destra mia figlia, a sinistra il mio nipote più piccolo. Notate niente di strano? Esatto, ha il braccio destro al collo, rotto in montagna. Esattamente come 6 anni prima, più o meno nello stesso punto. E quindi ospedale, tampone, visita, gesso e niente bagno o partite al pallone. Praticamente una gran rottura di coglioni quando hai quasi 11 anni.

Ma la sfiga del nipote non è stata l’unica causa di improperi. Perchè abbiamo sempre a che fare col virus cattivo e poi ci sono gli esseri umani a rendere il tutto ancor più pesante. Vi illustro brevemente la scena madre di queste ferie: spettacolino di marionette ai giardinetti, c’è un sacco di gente e ad avere la mascherina eravamo sì e no in 10. Bimbi inclusi. Perchè tu adulto non la metti (ti senti soffocare, stellina?) mentre tuo/a figlio/a invece la può indossare tranquillamente? Vaffanculo.

Discorso a parte poi per gli ubriaconi che hanno allietato qualche nottata e menzione speciale per quel simpatico ciclista che, in contro mano, manca poco che mi stirasse la figlia mentre stavamo rientrando a casa. E protestava pure, il coglione.

Infine un applauso convinto al tempo. Un caldo della madonna, un’afa della madonna, mai una goccia d’acqua e quando si alza il vento e decide di piovere? Gli ultimi due giorni! Quindi ultima passeggiata sforacchiati dalla sabbia simile a punture d’insetto e carico auto per il rientro a casa con uno sguardo al cielo. Che se avesse piovuto di più e più frequentemente i bestemmioni si sarebbero sprecati.

Ma finiamo con un sorriso, che è meglio…

Che se penso al rientro in ufficio, ai contagi o al fatto che mia figlia debba riprendere la scuola materna non-si-sa-come-con-chi-e-in-che-condizioni mi viene su la bile.

Entusiasmo!

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