Mini recensioni: i terribili Transformers Cyberverse

Per passione o necessità da genitore, da oltre 40 anni ho a che fare con i giocattoli. E niente è stato peggio dei Transformers Cyberverse!

Da bimbo prima e da genitore ora, in più di quattro decenni che sono al mondo ho avuto modo di provare, testare, assaporare un gran numero di giocattoli. E francamente faccio una fatica mostruosa a ricordare qualcosa che mi abbia deluso più dei Transformers Cyberverse.

Sopporto a malapena le Barbie di mia figlia ed inizio ad avere la nausea ogni volta che vedo un pupazzetto di Ladybug. Addirittura ho avuto a che fare con quelle terribili ed inutili manine appiccicose che si trovavano nei pacchetti di patatine. Eppure certi incubi non sono niente in confronto a quei cosi dedicati a quel cartone che sicuramente non strizza l’occhio ai fan di lunga data.

Essendo munito di occhi più o meno funzionanti, so che certi prodotti sono dedicati ai più piccoli e supponevo che non mi sarei trovato tra le mani qualcosa di super posabile. Eppure ho voluto osare e complice qualche saldo e un prezzo di base comunque non eccessivo…

Ho avuto la “bella idea” di comprare alcuni Transformers Cyberverse: ecco cosa ne penso.

Che dire di questo Optimus Prime (qui venduto in coppia con altro perchè, si sa, i coglioni vanno in giro in due)? E’ un “mah” grosso così, che racchiude tutti i difetti di questa linea ahimè deludente. Pochi movimenti possibili in modalità robot, causa articolazioni o troppo dure o decisamente molli. E una trasformazione sì semplice ma che ti porta ad avere tra le mani la motrice di un camion che vorresti solamente far brillare con la dinamite. O dare in pasto al cestino dei rifiuti. Hey, Commander dei poveri, sai dove te la devi ficcare quell’ascia?

Megatron (guardare per credere) è, tra tutti, il più deludente tra i deludenti, il re delle schifezze, l’apoteosi della disgrazia. Come praticamente tutti i Transformers Cyberverse, ha delle istruzioni di non immediata comprensione e la trasformazione in un ORRENDO carrarmato, almeno per me, si è rivelata irritante.

Cosa che mi ha portato a non considerare la (scarsa) qualità dei materiali: nel tentativo di giocare testare il prodotto un inquietante cric ha preceduto il distaccamento della palla chiodata. Manco l’avessi preso a martellate. Quello è successo dopo. Prima di passare alla benzina.

Il primo e, ad averlo saputo, anche l’ultimo. Peccato abbia fatto il tragico errore di aprire questo obbrobrio solo alla fine di questo triste esperimento ludico. Comunque, simpatico il design di Prowl in entrambe le modalità, pessimo il robot da maneggiare: come detto poche righe fa, le articolazioni o sono flosce o sono legnose.

Che dire poi dell’auto se non che… è atrocemente e fottutamente DEFORME?! Sarò sfigato io, magari sono incappato nell’unico articolo uscito male dalla fabbrica, però che due ruote su quattro non poggino a terra fa ridere. Amaramente.

Proseguiamo con gli stronzi volanti…

Starscream in teoria prometteva di essere quello un filino più somigliante al personaggio dei cartoni che guardavo da bambino. Ok, mi sono voluto illudere. Poco da dire sull’aereo se non che LE ALI BALLANO e poco da dire sul robot, a parte il fatto che NON STA IN PIEDI!? Ma porcalamiseriaccialuridainfame.

Fate il copia e incolla delle righe precedenti per un parere su Acid Storm. Acid come l’acido che ti viene allo stomaco una volta che togli dalla confezione sto coso, il cui unico pregio era quello di sembrare un fratello diversamente colorato di Starscream. Ed effettivamente è così, purtroppo: i due sono gemelli dell’orrido separati alla nascita che mai, a posteriori, avrei voluto accogliere in casa.

Chiudo con l’ennesima e cocente delusione.

Windblade (eccola) mi incuriosiva essenzialmente in quanto robot dalla caratterizzazione femminile e con un design tutto sommato gradevole in entrambe le modalità. Peccato che, sai che novità, come alcuni suoi simili fatichi a reggersi in piedi e come tutti, una volta tra le mani, ti faccia venir voglia di accendere il tritatutto. Ok, sarò buono e la consegnerò alle amorevoli cure della mia bambina.

Con la speranza che faccia volare l’aeroplanino dalla finestra. Seguito immediatamente da tutti gli altri Cyberverse che, mortacci loro, vorrei non aver mai conosciuto.

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