Smart working: gioie e dolori del lavoro a casa

In questi anni si fa un gran parlare di lavoro agile e ho deciso di scrivere qualche riga a riguardo. Ecco le (personali) gioie e dolori dello smart working.

Virus, pandemia, quarantena, chiude l’ufficio, casa diventa ufficio, passa il momento difficile, riapre l’ufficio, torni in ufficio. Anche quando potresti farne a meno. E’ il brevissimo riassunto di cosa è successo ad un sacco di gente negli ultimi anni. Io e mia moglie non siamo stati un’eccezione ed è capitato che, mentre cercavo di intrattenere nostra figlia, la mia dolce metà abbia lavorato da casa. Lo chiamano lavoro agile… lavoro che a volte di agile ha ben poco. Perchè, ovviamente, non è tutto rose e fiori: ecco a voi gioie e dolori dello smart working.

Sono entrato nel mondo del lavoro nel 2005, 19 anni contraddistinti dal precariato e durante i quali ho anche avuto modo di lavorare seduto sulla mia sedia, col mio pc, nel mio salotto. Non è stata un’esperienza totalmente negativa, per fortuna, ma non è stata neanche una figata. Mia moglie non può che essere d’accordo, visto che durante la pandemia l’ufficio dove lavora ha adottato una politica conservativa: continuare a “produrre” sempre e comunque standosene al sicuro a casa quando è servito. Con tutti gli annessi e connessi del caso.

Smart working: i pro

  • Puoi permetterti di stare al computer con un look decisamente casalingo, fatto di ciabatte-pigiama-vestaglia o tuta. I più audaci possono starsene come mamma li ha fatti…
  • Non c’è la necessità di trucco e parrucco, a meno che la cosa non vi sia di supporto morale.
  • Un pazzo volendo può anche far colazione/pranzo mentre lavora, per ottimizzare i tempi. Ma temo che questo non sia proprio un pro.
  • I più easy e rilassati accendono la radio o addirittura la tv, seguendo distrattamente il tg o qualche trasmissione ad impatto cerebrale zero. Giusto per avere un po’ di (finta) compagnia.
  • Non dimentichiamoci di dar da mangiare al cane, al gatto, ai pesci o ai figli, riservando loro una coccola o un minimo d’attenzione.
  • Non ci si bea della presenza di colleghi logorroici, lamentosi, con l’ascella emozionata e l’alito che manderebbe ko un elefante.
  • Capo è a debita distanza, non ti può chiedere di portargli il caffè e non ti illumina la giornata con battutine divertenti quanto una colica renale.
  • Quando possibile ci si gestisce tempi e carichi, c’è una maggior autonomia. A volte si può “addirittura” uscire per comprare il pane o ritirare un pacco, ma se sei un audace di cui sopra ricordati di indossare qualcosa.
  • Niente viaggi, in auto o sui mezzi, quindi niente traffico e niente dolce aroma di aglio-fiatella-ascella-vino alle 8 del mattino. In pratica… quando finisci sei già a casa. E puoi giocare subito con tua/o figlia/o.

Smart working: i contro

  • Organizzare i tempi (lavoro, pranzo, pennichella dell’erede se ne avete, imprevisti) può essere un’impresa titanica e per niente rilassante.
  • E se non trovi del materiale? Una penna in casa la rimedi anche, ma cosa fai quando manca un faldone coi bilanci di una certa azienda?
  • Il cane/gatto la sgancia sul tappeto. E ti tocca pulire, tra una bestemmia e l’altra.
  • La prole si annoia e giustamente si trasforma in un grosso criceto fatto di lsd che chiede, vuole, pretende.
  • Parenti vari che non si rendono conto della tua realtà di lavoratore e chiamano negli orari più irritanti. Per parlare del nulla. Sempre che non bussino direttamente alla porta di casa…
  • Le adorabili video o call conference con gente che rutta, peta, si scaccola, nuda, mentre ascolta reggaeton (figa, che odio) a tutto volume.
  • Il capo totalmente fuori dal mondo che pretende tutto e subito, durante il weekend o comunque fuori orario. Anche se i clienti sono chiusi e non fanno smart working, quindi figurarsi se rispondono al telefono o alle mail.
  • Il suddetto capo che ti chiama al sabato sera per dire che ti dimezza la paga causa crisi. E pretende che tu rimanga disponibile 24h su 24 tanto “cosa sei a casa a fare”. VOGLIO FISSARE IL VUOTO E TU NON DEVI ROMPERMI I COGLIONI.

Credo sia tutto. E voi? Avete mai lavorato da casa? Pensate abbia dimenticato qualcosa in questo piccolo elenco semiserio? Fatemelo sapere nei commenti qua sotto.

A presto!

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