Ritratto di famiglia in minifigure

Gita a Milano? Ovvio che finiamo al Lego Store di San Babila. Dove tutti e tre ci siamo sbizzarriti nel costruire una minifigure a testa e…

Non troppo tempo fa io, moglie e figlia abbiamo fatto una gita a Milano per visitarne il centro e ne siamo “usciti” con tre minifigure Lego. E’ incredibile come un’esperienza tanto semplice possa essersi rivelata tanto gratificante!

Il sottoscritto nutre una certa passione nei confronti dei celebri mattoncini e la piccola di casa si è fatta contagiare abbastanza in fretta. E’ incuriosita dalle mie (tante ma mai troppe) costruzioni ed apprezza tirar su le sue, pur sotto la regia di noi genitori. Sfruttando questa passione comune, un bel giorno di primavera (quando ancora non si schiattava dal caldo) tutti e tre siamo partiti direzione Milano.

Per? Beh, mi pare ovvio: guardare il Duomo, visitare FAO Schwarz e OVVIAMENTE fare una capatina al Lego Store San Babila. Che, per inciso, è un piccolo paese delle meraviglie! Personale cordiale, un sacco di set per tutti i gusti e tutte le tasche e quella meravigliosa possibilità di potersi costruire la propria minifigure. Ho 40 anni suonati e non mi vergogno nel dire che è stata una bella esperienza, davvero appagante.

Le regole, poche e semplici
  • Poco casino, nel senso che se c’è già qualcuno nell’area riservata alla costruzione tu aspetti il tuo turno con calma. Chè di roba da vedere, magari comprare, ce n’è parecchia.
  • Come costruire l’omino? Hai a disposizione un numero limitato di pezzi, 5: gambe, busto, testa, capelli o copricapo, accessorio. Meglio un cappellino o una chioma fluente? E’ più indicato un piccone o una motosega? Vi assicuro che se non hai le idee chiare si rischia di starci millenni. Anche perchè magari TU fai il civile e quello che scarti lo rimetti dove l’hai trovato, GLI ALTRI clienti (non solo bimbi, sia chiaro) invece… ordine e rispetto degli altri questi sconosciuti.
La minifigure di Papi Nerd

All’inizio avevo solo un’idea di massima: look tamarrocattivo. Così è stato, almeno credo, e trovare i pezzi che di volta in volta mi sembrassero i più adatti è stato un divertente esercizio di pazienza. Guardo questo simpaticone e mi viene in mente una sorta di hooligan, con tanto di dente rotto e mazza per giocare con le teste di Bing e soci. Potrei tranquillamente essermi fatto un autoritratto in 3D…

La minifigure della nana malefica

Il sottotitolo corretto potrebbe essere: delirio & cambi d’idea. Dico solo che la piccola di casa stava per uscire dall’area assemblaggio dopo 5 minuti, con un pirata mezzo nudo armato di bacchetta magica. Che è poi l’unica cosa rimasta nel prodotto finale: come potete vedere, infatti, in casa abbiamo accolto una vampira con pantaloni metal, felpa da maratoneta, mani rosso sangue e capelli giustamente arancioni. Alla fiera del what the fuck, per due soldi mia figlia un mostro compro-creò.

Il festival della normalità

Per fortuna che c’era la mia dolce metà a riportare un minimo di “sanità” in mezzo a tanta dolce pazzia. Come il sottoscritto, anche mia moglie immagino avesse le idee sufficientemente chiare: tra completi da operaio edile, minatori, mostri e micro statue della libertà il problema è stato trovare i pezzi adatti per assemblare… un’adorabile mammina. E il cane? Casa nostra è piccola ed ospitarne uno in carne, bava e ossa sarebbe non dico criminale ma quantomeno ingiusto.

Eccoli là, i magnifici tre! Uno di fianco all’altro a guardia del parco giochi dedicato a conigli, gatti e cucciolame vario. Metterli lì mi è sembrato del tutto naturale, un po’ come costruire qualcosa con i Lego insieme alla mia famiglia.

Alla prossima!

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