Tradizioni natalizie, ecco le più strane

Meglio dei demoni o il colonnello addobbato a festa di una certa catena di fast food? Scopriamo le tradizioni natalizie più bizzarre che ci siano sul nostro pianeta.

Cenoni, regali, presepi ed alberi, tombola e mercante in fiera. Non so voi ma da me il Natale si potrebbe tranquillamente riassumere con queste poche parole. In realtà nel mondo ci sono un sacco di tradizioni natalizie, tutte diverse tra loro, alcune delle quali davvero assurde.

Tradizioni che ho raccolto, per voi ma anche per me, in una sorta di compilation all’insegna del mah e del machediavolo. Una pittoresca raccolta nella quale ovviamente non ci sarà quella maledettissima canzone, perchè lo so che al Whamageddon ci avete perso già da un bel pezzo, vero?

Buona lettura e buone feste!

Colonel Sanders is coming to town?!

Della serie “ma perchè?” ecco una tradizione tutta giapponese a base di cibo tipicamente… americano? Ebbene sì, a quanto pare nel Paese del Sol Levante la catena Kentucky Fried Chicken ha spopolato al punto che non c’è pranzo di Natale senza il loro famoso pollo fritto.

Tutto merito di una campagna marketing ben mirata, che ha convinto un sacco di giapponesi ad accettare il fatto che quella roba lì sia un piatto tipico americano perfetto per le festività. Ad impreziosire questa “genialata” la mascotte adeguatamente vestita per l’occasione (vedi foto) e la possibilità di ricevere a casa ANCHE IL 25 DICEMBRE una confezione natalizia colma di alette, panini ecc.

Salvate le vostre scope finchè potete!

Dalla Norvegia ecco qualcosa di curioso, a dir poco. Secondo credenze popolari locali la vigilia di Natale coincide con l’arrivo di spiriti maligni e streghe e pare quindi piuttosto logico che, prima di andare a dormire, ci si affretti a nascondere ogni scopa presente in casa. Vi immaginate svegliarsi il 25 dicembre a causa di una fattucchiera che svolazza, sghignazzando, sopra il vostro bel alberello?

A messa pattinando perchè sì

Nella settimana che porta al Natale, in Venezuela si è soliti assistere ad una funzione religiosa nota come Misa de Aguinaldo. Specialmente a Caracas, poi, è consuetudine per molti recarsi in chiesa andando sui pattini. A tal proposito molte strade della capitale vengono chiuse, affinchè i fedeli pattinatori possano raggiungere il luogo di culto in tutta sicurezza.

I re (demoniaci) del Natale

Ci spostiamo in un posto decisamente più vicino a noi, in Austria, dove san Nicola ha una controparte maligna nota come Krampus. La tradizione vuole che questo essere malvagio si aggiri per la città allo scopo di punire i bambini che si sono comportati male.

I costumi locali prevedono che uomini travestiti da demoni vaghino per le strade trasportando un cesto dentro al quale “accomodarci” i monelli, in vista di un bel viaggetto verso… l’inferno. Quando si dice che a Natale BISOGNA essere più buoni.

Che feste sarebbero senza un po’ di m…a?

Di tutte le tradizioni natalizie che conoscerete oggi questa forse è la più bizzarra. Arriva dalla Catalogna (Spagna) la cosiddetta caga tiò, un’usanza che prevede la creazione di un pupazzo in legno e stoffa da riempire giorno dopo giorno con frutta e golosi dolcetti. Per poi essere preso a bastonate. Mazzate che sono indispensabili affinchè questo fantoccio possa cagar fuori (scusate la raffinatezza) i suddetti dolci. Una vera merDaviglia.

Si dice Yule Goats ma si legge falò

Ci spostiamo in Svezia per fare la conoscenza di una tradizione nata nell’undicesimo secolo quando, si diceva, san Nicola era solito farsi accompagnare da una creatura caprina dalle dimensioni umane. Centinaia di anni dopo, all’inizio dell’avvento, il popolo svedese provvede a costruire una gigantesca capra in legno come simbolo beneaugurante.

La caprona più famosa di tutte? Si trova a Gävle, raggiunge anche i 12 metri d’altezza ed è diventata ormai una vera e propria attrazione. Al punto che, spesso, c’è chi desidera trasformare la scultura in un gigantesco falò: dal 1966 la cosa è successa 40 volte.

Un rogo beneaugurante

In Guatemala ritengono giustamente che la pulizia sia così importante che in molti credono che il diavolo e gli spiriti maligni dimorino negli angoli più scuri e sporchi di una casa. E così si passa la settimana prima del 25 dicembre a spazzare per terra e a raccogliere immondizia, ammucchiando il tutto in un gigantesco cumulo. Sulla sommità di esso viene poi piazzato un pupazzo, un’effige del diavolo che verrà poi data alle fiamme insieme ai rifiuti.

Questa usanza, nota come quema del diablo (il rogo del diavolo), invita a bruciare tutto il male dell’anno che sta finendo, allo scopo di iniziare quello nuovo sotto i migliori auspici.

Una tradizione made in Ucraina

In aggiunta alle classiche decorazioni e lucine, il popolo ucraino è solito adornare l’alberello con una tela di ragno, ovviamente artificiale. Per spiegare tutto ciò occorre andare indietro nel tempo, quando iniziò a diffondersi una storia secondo la quale una donna, poverissima, non poteva nemmeno permettersi di decorare il proprio alberello. Ma il giorno di Natale, al suo risveglio, ecco la sorpresa: la pianta era ricoperta di una bellissima tela, opera di un ragno che aveva deciso di costruire lì la propria casa.

Tutto qua, è una semplice e adorabile storia di buona fortuna. Fortuna che, spero, raggiunga al più presto un popolo martoriato da una guerra assolutamente evitabile.

A cena col… morto?!

Le tradizioni natalizie strane fanno tappa in Portogallo. Qui, durante il banchetto noto come consoda, si è soliti aggiungere dei posti a tavola in più rispetto al numero dei commensali. Sono posti speciali, riservati ai parenti passati a miglior vita: un modo come un altro per tenere vivo il ricordo di chi non c’è più e per attirare buona fortuna sul padrone di casa.

Yule lads, chi sono?

Aaaaaah, l’Islanda! Un luogo magico, che regala scorci indimenticabili e credenze popolari decisamente pittoresche. Parlando del Natale islandese non si possono non citare i troll birichini che si aggirano per il Paese rendendo meno noioso l’avvicinarsi delle festività. Un po’ come i nanetti di Biancaneve, ognuno dei 13 jólasveinar ha la propria personalità: c’è chi annusa le porte e chi lecca i cucchiaini, c’è chi ruba candele e chi sbircia dalle finestre.

Si crede che queste simpatiche creature vadano a trovare i bambini e siano solite giocar loro scherzi innocenti. A meno che tu non sia stato cattivo, allora gli Yule Lads ti lasceranno in “regalo” delle patate marce.

Chi o cosa è Mari Lwyd?

Il Galles è un luogo pieno di leggende, superstizioni e usanze antichissime. Una di queste è una parata capeggiata dal teschio di un cavallo opportunamente ricoperto da un drappo bianco. Una sorta di pupazzo inquietante, portato a spasso per la città allo scopo di essere sventolato in faccia al malcapitato di turno.

Immaginate: bussano alla porta, andate ad aprire e vi ritrovate davanti questa specie di fantasma. Il rituale prevede poi che i presenti intonino dei canti tipici e che il padrone di casa, una volta ripresosi dallo spavento, offra ai presenti cibo e acqua.

Night of the Radishes

Che, tradotto, suona come La notte dei ravanelli. Sembra il titolo di un horror di serie B ma in realtà gli ortaggi non prendono vita. Ci troviamo in Messico (a Oaxaca), dove l’evento natalizio per eccellenza è una competizione dedicata agli appassionati di intaglio dei ravanelli.

Ogni anno i partecipanti si dimostrano sempre più abili e creativi e non è raro imbattersi in mostri spettacolari o presepi assolutamene particolari. Le sculture sono ricavate da ravanelli coltivati appositamente per questo evento, ortaggi che vengono bombardati di prodotti chimici in modo da farli crescere a dismisura. Tanto lavoro per qualcosa da mettere in mostra per poche ore, visto che le creazioni si guastano piuttosto in fretta.

Si parlava di pellicole di serie B, ecco forse questo non è “come film di orrore” ma è comunque un bello spreco. E di sicuro è tra le tradizioni natalizie più curiose che potessi immaginare.

E con questo è tutto, se non ci rileggiamo… beh… buon Natale a tutti!

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