Colloqui di lavoro: occhio alle fregature

I colloqui di lavoro sono molto importanti e nessuno vuole fare brutta figura. Ma chiunque dovrebbe porsi dei limiti: siete disposti ad accettare qualunque cosa pur di lavorare? Io no, per niente!

Rimanere disoccupati per troppo tempo potrebbe rendere incauti durante i colloqui di lavoro. Cosa intendo? E’ piuttosto semplice. Per quanto la vita da casalingo sia frustrante e a volte deprimente esistono limiti che mi sono imposto: anche a costo di rinunciare a qualcosa, metterò sempre al primo posto la salute, la serenità e la dignità.

Ma chi ti “offre” un’opportunità lavorativa tutto questo non lo tiene nemmeno in considerazione. Anzi, della tua famiglia e a volte della tua stessa esperienza non gliene potrebbe fregà de meno. L’importante è avere una risorsa che produca, no? E pazienza se durante il processo di selezione al candidato vengono raccontate un sacco di boiate…

Sono molto diretto e sincero nell’affermare che posso permettermi di dire: “Se le cose stanno così, no, grazie!”. Potreste pensare che sono un folle e invece non lo sono. Sono disoccupato da una vita, questo è vero, ma la mia dolce metà ha un lavoro fisso e ho il privilegio di potermi confrontare con lei su tante cose. Cose come quelle che state per leggere…

Cronaca di due colloqui di lavoro, avvenuti realmente, che mi hanno lasciato piuttosto perplesso.

CASO N.1, l’apoteosi dell’assurdo

Vengo chiamato dalla ditta cdwfhsj (al telefono non si capisce il nome, chissà perchè) e fissiamo un colloquio davanti al n. XXX perchè “non abbiamo numero civico”. Siamo in piena città, la cosa pare strana ma vabbè, andiamo avanti. E non ricordo nemmeno di aver risposto all’annuncio del quale mi si parla ma chissene, con tutti i cv che ho mandato in questi mesi posso essermene benissimo dimenticato.

Recatomi sul posto, entro in un bar per chiedere informazioni e una ragazza mi informa immediatamente che devo attraversare la strada e dirigermi al civico YYY: sorpresa-sorpresa, il numero esiste eccome!

Col sottofondo di una musica a dir poco irritante, salgo le scale ed entro nella reception più squallida al mondo, accolto da una segretaria vestita in modo a dir poco inappropriato e con uno sguardo spento e perso nel vuoto che lascia esterrefatti.

Il colloquio avviene nell’ufficio più piccolo e spoglio che abbia mai visto e a dire il vero è piuttosto cordiale. L’unica pecca è che in 15-20 minuti non riesco proprio a capire cosa dovrei andare a fare. Però, oh, sicuramente sfrutterò le mie competenze. Che il tipo non ha idea di quali siano, se non leggendo palesemente il cv. E poi, oh, nel giro di un mese andrei a lavorare in una filiale che aprirà vicinissimo a casa, cosa chiedere di più?

Perchè sono rincasato ridendo amaramente è presto detto: è andato tutto come prevedevo, dopo essermi informato. Dove? Su un forum online, nel quale CENTINAIA di persone parlavano di quanto fosse loro capitato. I colloqui di lavoro descritti avevano parecchi punti in comune: tutti gli incontri sono avvenuti nel medesimo posto e con le medesime persone e tutti i selezionati hanno fatto un “periodo di prova”… facendo il porta a porta!?

Ovvio che il 99,9% dei candidati sia scappato a gambe levate. Ed è una fortuna che qualche anima buona si sia interessata di avvertire chi poteva ritrovarsi nelle medesime condizioni. Poi ognuno è libero di scegliere con la propria testa, ci mancherebbe, ma indagare un po’ prima di incontrare degli sconosciuti non fa mai male.

Colloqui di lavoro: immagine divertente con will ferrell

CASO N.2, i geni del bidone

In realtà non si tratta di un vero e proprio colloquio ma è un’esperienza che va raccontata. Vengo contattato da una multinazionale leader del settore (che culo, eh?) ma esibendo un eloquio incredibile riescono a non farmi capire nulla di quanto mi viene detto (che déjà vu, signori).

So solo che anche qui metterò in mostra le mie capacità e conoscenze (déjà vu numero 2, manco fossimo dentro a Matrix). E soprattutto… rullo di tamburi… mi dovrò costruire una rete di clienti, collaboratori o… chiamateli come volete. Fiutando la merda da un miglio, esercito un grande self control, fisso un appuntamento (al quale poi non andrò) e saluto cordialmente.

Ed OVVIAMENTE effettuo ricerche online, con risultati anche in questo caso a dir poco sorprendenti. Eh sì, perchè alla fin della fiera si tratterebbe di COMPRARE un kit di prodotti che dovrò esser bravo a far fruttare, grazie alle capacità e alle conoscenze di cui sopra.

Altre indagini portano poi a termini a me sconosciuti come marketing piramidale e via dicendo, tutto sapientemente ai limiti della legge e che conferma quello che pensavo già poco prima. E cioè…

COME CAZZO SI FA A PAGARE PER LAVORARE SAPENDO DI NON RIENTRARE DEI SOLDI INVESTITI?

Colloqui di lavoroLe volete altre perle?

Perla 1

“Cercasi risorsa che possa dare una mano a redigere documenti e a tenere in ordine l’archivio” ma poi volevano qualcuno che, in pratica, facesse porta-a-porta. E guai a chiedere dove sarebbe la location, dove sarebbe l’ufficio perchè “non te lo posso dire”. Cazzosei, un agente dell’FBI? No, semplicemente il luogo fisico di lavoro non esiste! Perchè, come detto prima, devi andare a citofonare. E basta. Ma questo ovviamete non te lo dicono in modo chiaro, mai.

Perla 2

“Cercasi blablabla che dia una mano coi profili social blablabla”, mandi il CV, ti contattano loro e si fissa un appuntamento. Il giorno fatidico ti presenti in orario, ti fanno aspettare mezz’ora e poi si presenta un’addetta alle risorse umane un po’ troppo discinta, nonostante l’età avanzata. A parte il genuino momento WTF, la tipa HR non sapeva il mio nome e la mia età, si sorprende del fatto che io sia over 40 e non è in grado di fornirmi dettagli sulle mie eventuali mansioni.

Perla 3

“Azienda leader nel settore (lo è sempre e comunque) cerca copywriter freelance”, io non lo sarei ma provo la fortuna. Vengo contattato immediatamente (a tempo di record in pratica) e prima ancora di dire alcunchè mi danno loro i prezzari. Cioè io ti vendo le mie competenze e tu mi imponi i prezzi? Ovviamente si tratta di tariffe più che basse per una paga ben al di sotto della soglia di povertà, allora OSO chiedere se possono almeno darmi delucidazioni in merito alla probabile mole di lavoro. La risposta? Non è il momento nè il modo di chiedere certe cose, arrivederci.

Piccola nota a margine: il personaggio che si occupa di selezione è anche il proprietario dell’azienda leader nel settore dove svolge pure le funzioni di social media manager. Praticamente fa contenuti, risorse umane e non so che altro tutto contemporaneamente. Oh, stavo parlando con Dio e non lo sapevo. E comunque proprio sui social si riempie di ridicolo, con commenti ben oltre il sessismo e il razzismo tipici di certi esseri.

Concludendo…

E’ incredibile che al giorno d’oggi, con i social e tutto il resto, ci sia ancora chi pensa che il mondo sia pieno di sprovveduti, belli pronti da infinocchiare. Con del tempo a disposizione e un po’ di cervello si possono scoprire un sacco di cose online. Ok che il web è pieno di stronzate, ma può essere un utile strumento in mano vostra.

Un consiglio, gratis

In fase di colloquio potreste avere la piacevole impressione che sia tutto bello, tutto pulito. Occhio, però, che spesso chi vi parla sa fare bene il proprio mestiere e non è mica detto che vi verrà detto proprio tutto. Se avete risposto ad un annuncio per una certa mansione potreste avere spiacevoli sorprese, una volta iniziato: parlo di altri incarichi, spiacevoli e/o fuori orario e/o senza preavviso e/o che prevedano un esborso economico da parte vostra.

In situazioni simili giocare d’anticipo è difficile se non impossibile, quindi starà a voi decidere se sarà “un’esperienza da fare” o un classico caso di sfruttamento. Da rispedire al mittente col più cordiale dei vaffanculo.

Verified by MonsterInsights