8 anime shojo che ho avuto la fortuna di guardare

Da Pollon a Sailor Moon, ecco 8 (OTTO!) anime shojo che ho guardato nel corso dell’infanzia. Perchè questo Papi Nerd ha davvero visto di tutto in tv!

Per quale motivo uno che sta crescendo a pane e Transformers (auto cit.) dovrebbe perdere tempo a guardare “cartoni da femmina”? Beh, essenzialmente perchè di tempo a disposizione ne avevo parecchio e perchè ero/sono piuttosto onnivoro parlando di cose da vedere in tv. E poi, bisogna ammetterlo, alcuni anime shojo non fanno affatto schifo.

Discrete risate, momenti emozionanti, storie non sempre mortali in quanto a noia e poi, oh, qualche bella fanciulla da ammirare in azione non guasta mai. Chè puoi essere estremamente giovane, ma se non sei immune al fascino femminile una Sailor Jupiter ha il suo perchè. Eccome.

Quindi…

Ladies, gentlemen e ancora ladies, ecco a voi gli otto anime shojo che hanno segnato in qualche modo la mia infanzia.

Kiss Me Licia

I Bee Hive, zio Marrabbio, il gatto Giuliano, i capelli improbabili di alcuni personaggi e… basta. Di tutti gli anime shojo che ho guardato questo è stato sicuramente il più dimenticabile. Davvero non mi viene in mente altro, a parte qualche flash di una versione live action tutta italiana col Marco Bellavia di Bim Bum Bam e Cristina D’Avena. Se non soffrite d’insonnia rispolverate questa perla, così magari avrete gli incubi ad occhi aperti!

E’ quasi magia Johnny

Tratto dal manga Orange Road (qui il volume 1), è l’ennesima dimostrazione di come gli adattamenti italiani non rispettassero a fondo l’opera originale. Eh sì, perchè le avventure sentimentali di un adolescente con poteri ESP qui da noi sono state levigate, tagliate e mondate di tutti quei particolari che mal si sarebbero adattati al pubblico di bambini ai quali è stato dato in pasto. Dove? Ovviamente su Italia 1, durante Bim Bum Bam. A distanza di decenni mi chiedo come sarebbe vederlo oggi in versione integrale, ma non credo di voler/poter osare tanto.

Hello! Spank (LINK Amazon al cofanetto)

Una delle sigle più tristi e deprimenti e strappalacrime di sempre. E basta? Non proprio, il protagonista è un cane parlante, tenero e un po’ pasticcione, che s’innamora di una dolce gattina. La quale è a sua volta corteggiata da un altro gatto, l’ottimo e irritante Torakiki. Non penso proprio di averlo visto tutto, questo è uno di quei casi in cui ho guardato, distrattamente, per passare il tempo magari in attesa di qualche cartone più invitante.

Sailor Moon

Le guerriere che vestono alla marinara, sconfiggono i nemici nel nome della Luna e diventano un fenomeno mondiale. Manga, anime, serie tv, spettacoli teatrali e merchandising per un prodotto che qui in Italia è OVVIAMENTE passato sotto la sapiente mano della censura.

Oh, in tv queste si trasformavano e le vedevi (più o meno) nude e ad un certo punto c’è stata pure una coppia omosessuale: davvero troppo per un Paese così avanti come il nostro, non è vero? All’inferno ci dev’essere un girone speciale per chi devasta certi cartoni, azzoppandone la trama e rendendoli spesso più noiosi e insopportabili di quanto, magari, già non siano.

Sailor Moon probabilmente è tra i 5 anime shojo più importanti di sempre, a me non ha mai preso più di tanto ma evidentemente ero fuori target. Gli riconosco però disegni mica male, poteri e nemici tutto sommato apprezzabili. E poi, oh, Sailor Jupiter era davvero elettrizzante. Ah. Ah. Che ridere.

Occhi di gatto (LINK Amazon alla prima stagione)

Tre ragazze bellissime, tre ladre furbissime. Basta un pezzettino piccolo così della leggendaria sigla cantata da Cristina D’Avena per riassumere quello che forse è il mio anime shojo preferito. Sarà perchè le protagoniste sono un gran bel vedere? O è perchè le tre sorelle sono una versione non meno in gamba di Lupin III?

Forse è anche per quel tocco di action comedy dato (anche) dall’ispettore… Matthew Hisman. Perchè è ovvio che un ufficiale di polizia giapponese si chiami così, sta cosa di cambiare i nomi ai personaggi e renderli anglofoni è ridicola.

C’era una volta… Pollon

Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria! Se lo assaggi o lo respiri, ti dà subito l’allegria! Basterebbe questo per spiegare perchè questo cartone fosse guardato da tutti: una filastrocca del genere si presta a molteplici letture, diciamo così.

Ma Pollon è anche una serie spassosa di personaggi mitologici stravolti, resi a volte solo buffi e a volte anche monelli, per non dire maiali. Un applauso a quel dongiovanni di nonno Zeus e all’irritante Eros, per non parlare della giovanissima protagonista che ne combina di tutti i colori, rendendo la vita sull’Olimpo (e sulla Terra) decisamente divertente.

Lady Oscar

Uno di quei casi dove l’anime ha più successo all’estero che in patria. In Giappone le avventure alla corte di Maria Antonietta furono un semi-flop, ma in Italia il personaggio di Oscar divenne subito famoso. Nonostante un ben poco sapiente lavoro di taglia e cuci ad opera della censura, che azzoppò, ancora una volta, una discreta quantità di scene e dialoghi di un prodotto decisamente interessante.

Perchè ok l’ambientazione storica e la Rivoluzione Francese ma che dire di una protagonista che, almeno inizialmente, si fa passare per uomo? Un personaggio profondo, degno del rispetto di tutti e a suo modo indimenticabile. Oh, il manga (eccolo) è degli anni Settanta, riuscite a pensare a come si potrebbero trattare certe tematiche al giorno d’oggi?

Mila e Shiro

Se ai miei tempi (quanto fa vecchio) i bambini guardavano Holly e Benji, le bambine si sciroppavano le partite di pallavolo di Mila Hazuki. Bene o male i due cartoni si somigliano parecchio: partite interminabili, colpi speciali irripetibili nella realtà, allenatori bastardi e rivali temibili ma degni di rispetto. Tra un attacco laser e quell’incapace di Diamond che molla ceffoni a destra e sinistra, l’anime scorre via piacevolmente. Anche oggi che sono over 40 e ho una figlia. Che prima o poi se le guarderà tutte le puntate. Con la speranza che non tiri giù il lampadario del salotto urlando “Attack!”.

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