Una meravigliosa vacanza di famiglia a Roma

Treni, monumenti, fotografie e buona compagnia. Io, moglie e figlia ci siamo concessi una piccola vacanza a Roma: ecco com’è andata…

Invecchiare ha anche i suoi vantaggi e così, per festeggiare al meglio i miei 40 anni, si è deciso di concederci un viaggetto. Un posto non troppo distante, con qualche spunto d’interesse anche per la piccola di casa e che non costringesse noi genitori a vendere i reni al mercato nero? Decidere, lo confesso, è stato abbastanza facile perchè sia io che mia moglie siamo legati a Roma, la Città Eterna.

I preparativi hanno richiesto un po’ di pazienza nello spulciare siti e offerte online, così come non è stato semplicissimo tenere a freno l’entusiasmo della nana malefica. I “quando andiamo a LLLOMA?” si sono sprecati e il conto alla rovescia, di fatto, lo ha fatto lei, la nostra cronometra (si più dire?) di fiducia. E quando è giunto il giorno della partenza lo show è incominciato…

GIORNO 1

Il primo Frecciarossa non si scorda mai

Sveglia all’alba, partenza più che presto (grazie per il passaggio, cognato!) e colazione arraffata in Stazione Centrale a Milano. Non avevamo mai preso un treno ad alta velocità e l’esperienza è stata tra le più confortevoli possibili. C’era pochissima gente, la carrozza era di quelle, come dire, quasi lusso e si stava belli comodi, con la piccola che ha potuto disegnarcolorargiocare. Perchè di schiacciare un pisolino manco a parlarne visto che l’eccitazione era tanta. Le 3 ore e rotti di viaggio sono volate e l’arrivo a Roma Termini è stato… umido, infatti siamo arrivati in albergo con un poco di pioggia.

Verso il Colosseo e oltreeee

Il tempo di prendere confidenza con la camera e mettere a posto alcune cose e via, alla scoperta di una città nuova. Nuova per la piccola quanto meno, visto che io e mia moglie ci eravamo già stati 15 anni prima. Comunque senza saperlo avevamo trovato “dimora” in una via (Cavour) che ci avrebbe portato dritti dritti al Colosseo. Come potete vedere in foto, la zona ha suscitato un certo interesse…

Lo show della piccola fotografa

… ma mai quanto i Fori Imperiali. Lì mia figlia si è letteralmente trasformata in una specie di paparazzo di antiche rovine: avrà scattato ventordicimila foto nel giro di mezz’ora e, ci scommetto, la sua piccola fotocamera ad un certo punto avrà chiesto pietà. E’ incredibile come i piccoli non sentano la fatica quando c’è qualcosa che li incuriosisce!

Una gradita sorpresa

Ad un certo punto è terminata la batteria della macchina digitale: si è suicidata o sono io ad aver posto fine alle sue sofferenze? Non lo saprete mai. Quindi abbiamo deciso di tornare verso la camera, stanchi morti e desiderosi di fare una doccia. Ma, prima di poter fare ciò, ci siamo imbattuti in una manifestazione, con tanto di fumogeni e dispiegamento di polizia, che ci ha costretto ad una deviazione. Con risultati davvero… bau: và che belli i cani vedetta!

La fine di una prima giornata epica

Se a pranzo un panino e via, a cena ci è sembrata cosa buona e giusta provare qualcosa di tipicamente romano. E così, dopo un giro tanto lungo quanto inutile, ci siamo ritrovati esattamente dietro l’albergo alla trattoria Il Gallo Nero. Un posto piccolo e abbastanza affollato per un ottimo motivo: si mangia da dio! Amatriciana, carbonara, ossobuco, saltimbocca… eravamo pieni dopo il primo ma, almeno per una volta, è stato lo stomaco a comandare. E non ce ne siamo pentiti.

E mia figlia? Beh, ha divorato la sua lasagna in tempo record ed è “svenuta” sul braccio della mamma fino a quando non è giunto il momento di pagare. Due passi a fotografare la Basilica di Santa Maria Maggiore, così si digeriva meglio, poi a nanna finalmente.

GIORNO 2

Una scarpinata non fa mai male

La mattina inizia con una robusta colazione e prosegue con un’altrettanta robusta camminata. Destinazione? Villa Torlonia. Vi lascio solo immaginare le infinite gioie di seguire un gugolmaps tanto preciso da sembrare ubriaco, sotto sostanze ricreative oppure entrambe le cose. Il bello di Roma, però, è che ci sono sorprese dietro ogni angolo, soprattutto se non sei pratico della zona. E infatti… prego notare la costruzione qua sopra: la foto l’ho fatta io e vi assicuro che non rende giustizia.

Nuovi amici e… civette?

Villa Torlonia e dintorni, si diceva. Partiamo dalla Casina delle Civette, carina e tutto ma di volatili vivi nemmeno l’ombra e per dei bambini il tutto può risultare un vero monumento alla noia. Soprattutto se fuori c’è la possibilità di correre, in compagnia. Un giorno qui sul blog parlerò di gioie e dolori legati al conoscere persone online, in questo articolo mi limiterò a dire che… Sasà… tu e tuo figlio siete stati una bella scoperta. Certo, supplì e pizza hanno aiutato, ma la giornata passata insieme ce la ricorderemo a lungo. E questo nonostante…

Il fattore T

T come turisti, ovviamente. Avete riconosciuto la scalinata di Trinità dei Monti in Piazza di Spagna? Bravi, non dev’essere stato facile. Dopo anni di restrizioni, covid e simili ammetto che fa strano (e personalmente dà un filino fastidio) vedere così tanta gente radunata. Gruppi di ragazzini, famiglie, semplici passanti e una quantità indefinita di turisti provenienti da tutto il mondo: non c’ero più abituato.

Fontana di Trevi: Mission (im)possible

E a proposito di turisti, il casino che c’era nei pressi della mitica fontana era qualcosa di assurdo. Sono stato a Roma 3 o 4 volte e non avevo mai visto una calca simile. Un bel problema anche solo muoversi, figuriamoci far andare una bimba di 5 anni a lanciare la monetina. Della Città Eterna la nana malefica sapeva giusto che c’era una fontana gigante, ma come poteva ammirarla da vicino se era una puffetta in mezzo a giganti? Per fortuna ho una moglie ostinata e, dopo qualche ruzzone (spallata), la piccola di casa ha potuto esaudire chissà quale desiderio.

La giornata si è conclusa a Termini a consumare l’hamburger più caro che io abbia mai sbranato. Ne è valsa la pena? Sì, ma solo perchè, come detto qualche riga fa, si era in buona compagnia. E non mi sto certamente riferendo ai piccioni, mortacci loro!

GIORNO 3

Gita al mare

La mia bambina, potesse, vivrebbe in acqua e si dà il caso che la mia dolce metà abbia due zii che abitano a Torvaianica. Il terzo giorno si è quindi svolto fuori dalle mura della capitale, ma solo dopo un tour in auto volto a farci scoprire scorci sconosciuti e un quartiere come l’E.U.R.. Guida turistica (e autista) per l’occasione lo zio, ben lieto di sciropparsi il traffico per rivederci e portarci a casa sua, dove sua moglie ci aspettava seppur con un bel problema al ginocchio.

Pregherei ora gli illustri lettori di concentrare lo sguardo sulla foto in alto: sì, pare proprio che l’acqua fosse bella gelida e sì, la cosa non è certo stata un ostacolo per chi, come detto precedentemente, è un pesciolino mancato. No, non ha fatto il bagno, siam mica scemi.

Le ore con gli zii di Roma sono volate e verso il tardo pomeriggio ci hanno riaccompagnati all’albergo. Come finire in bellezza la giornata, al netto di un imprevisto tanto… imprevisto (scusate) quanto fastidioso? Una parola, quattro lettere: cena, in un ristorante elegante ma non così caro come ci si attenderebbe, pizza Margherita da 12 euro (mecojoni) per la figliola a parte. Cifra, per altro, ben smorzata dai due risotti al nero di seppia con tartàre di tonno che il sottoscritto e consorte si sono spazzolati col sorriso sulle labbra. Dulcis in fundo, il secondo tempo di Lazio-Milan guardato sul cellulare una volta rincasati: davvero vi devo dire perchè sono andato a letto ridendo come uno scemo?

GIORNO 4

Come tutte le cose belle, anche il nostro soggiorno a Roma è volato via e la quarta giornata, di fatto, è stata dedicata alla caccia a qualche souvenir e a fare i bagagli. Il viaggio di ritorno? Niente a che vedere con quello di andata e la “tristezza” derivante dalla vacanza ormai finita c’entra relativamente. Il treno infatti era bello pieno, avevo un posto leggermente distante dal resto della famiglia e quel bimbo pestifero mi sa che sta ancora urlando e saltando sui sedili. Ovviamente sotto lo sguardo vigile (si fa per dire) di mamma sua.

Una puttanata come questa non può certo rovinarmi i ricordi legati ad una gran bella esperienza e, come disse un certo cyborg, (più o meno) we’ll be back! Forse prima di quanto si possa pensare…

Alexa… play Terminator theme, denghiu!

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