Zombie mania: i morti viventi conquistano i media

Prima inquietanti credenze popolari, poi fenomenali fonti d’intrattenimento. Dai fumetti al cinema, ecco cosa non vi dovete perdere se amate gli zombie alla follia.

Secondo credenze popolari di Haiti, alcuni sacerdoti sarebbero in grado di catturare parte dell’anima di un essere umano per farlo sprofondare in uno stato letargico simile alla morte. La vittima verrebbe poi resuscitata (anche anni dopo) restituendole sì una piccola parte dell’anima, ma rendendola di fatto senza volontà.

Vi dice nulla?

Per caso vi vengono in mente certe creaturine zoppicanti affamate di cervelli? Bravi, è da qui che parte il lungo viaggio attraverso la storia degli zombie, mostri che hanno conosciuto grande fama negli ultimi decenni.

Immaginate che un giorno i defunti si risveglino, escano dai loro sepolcri e vadano alla caccia di amici, parenti ed altri esseri umani ancora in vita. Tumulti e battaglie sarebbero all’ordine del giorno, la società piomberebbe nel caos e… chi vincerebbe? Bella domanda! Un argomento così spaventosamente interessante ha logicamente destato altri tipi di mostri, quelli che fiutano da lontano occasioni per far soldi, sfruttando le passioni della gente.

Libri, fumetti, film e serie tv da anni dicono che il conflitto umano-zombie si concluderebbe in modi più o meno tragici, ma una cosa è certa: sbarazzarsi dei morti viventi non è per niente facile, mai.

La piaga zombie ha contagiato anche voi? Dai capolavori di Romero a dylan DOg, ecco le opere che non dovreste perdere…

Lode a te, nonno George

Ok il vudù. Ok le vecchie pellicole come il primo e impolveratissimo La notte degli zombies, anno 1932. Ma, signore e signori, quando si parla di morti viventi sul grande schermo bisogna fare un solo nome: George Romero. Che poi sarebbe il simpatico vecchietto che nella foto qua sopra è circondato dalle SUE creature. Sue perchè i 6 film a tema che lo vedono come regista sono una sorta di Bibbia per gli amanti del genere.

Dal primo lungometraggio del 1968 (qui in inglese), un anno decisamente importante per tanti motivi, all’ultimo risalente al 2009 (eccolo), il Maestro presenta, descrive e fa evolvere (avete letto bene) in modo spettacolare gli ex viventi. Non dimenticando di prendere un po’ per i fondelli la società contemporanea.

E, forse, non immaginando nemmeno che in 40 anni sarebbe diventato uno dei registi horror più noti di sempre. Il buon George è passato a miglior non-vita nel 2017 ma sono sicuro che da lassù guardi divertito il proliferare di questa mania per i non morti.

Un mito tutto italiano

A proposito di Romero, è fortemente ispirato ai suoi capolavori la nascita di una colonna del fumetto italiano. L’alba dei morti viventi, titolo decisamente romeriano, è il primo numero di Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo.

Creato da Tiziano Sclavi, il nostro eroe nella sua prima avventura deve far luce su una morte inquietante, caso che lo porterà a fronteggiare zombie fino ad un piccolo e spettrale villaggio scozzese conosciuto come Undead. Che, per chi non lo sapesse, in inglese significa non morto.

TWD, il fenomeno mondiale

Parlando di fumetti, non si può non citare quel fenomeno mondiale che è The Walking Dead. La serie creata da Robert Kirkman narra le vicissitudini di Rick Grimes, un poliziotto americano che si ritrova a dover fronteggiare la minaccia dei cosiddetti vaganti mentre cerca di ritrovare la propria famiglia. Numero dopo numero, Rick e gli altri personaggi imparano ad adattarsi, ben consci di non essere più la specie dominante del pianeta.

Tralascio volutamente altri dettagli sulla trama, magari eravate su Marte e non voglio rovinarvi le sorprese. I colpi di scena in questa serie infatti si sprecano così come le scene truculente, senza dimenticare i rapporti umani, l’amore e la famiglia, concetti cardine dell’opera di Kirkman.

Concetti ovviamente che risultano stravolti e non potrebbe essere altrimenti visto che i protagonisti vivono costantemente in pericolo di vita. Vuoi per la presenza di mostri che vogliono mangiarli, vuoi per la presenza di mostri meno putrefatti ma altrettanto letali. Perchè è sempre l’essere umano, quello che pensa e respira, ad essere l’avversario più temibile ed inquietante.

TWD, la serie (LINK Amazon alla prima stagione)

A proposito di Rick Grimes & C., The Walking Dead OVVIAMENTE è anche una serie tv. Iniziata nel 2010, ha forti punti in comune con l’originale cartaceo (i cicli narrativi ad esempio) ma anche alcune novità. Come l’introduzione di personaggi inediti come Daryl Dixon: interpretato da Norman Reedus, è il classico duro che a poco a poco si “scioglie” fino a diventare componente indispensabile del gruppo che lo accoglie.

Daryl è solo uno dei tanti motivi per amare TWD. TWD che ha fatto incetta di premi e, da buona macchina generasoldi, nel corso degli anni ha visto nascere speciali, web serie, videogiochi. E spin-off come Fear the Walking Dead che, personalmente, mi ha intrigato più della serie principale. Forse perchè racconta aspetti inediti della vicenda e “sa di nuovo”?

Zombie e risate, possibile?

Capolavori di Romero a parte, al cinema è sbarcata una discreta quantità di film dedicati ai morti viventi. Se proprio devo fare un nome scelgo senza indugio L’alba dei morti dementi, pellicola made in UK e primo capitolo della fantastica Trilogia del Cornetto. Ci sono gli zombie, ci sono le risate, ci sono due protagonisti che si fanno amare (Simon Pegg e Nick Frost), c’è tanta azione ed una buona dose di splatter, pur senza esagerare.

I morti dementi non sono piaciuti solo al sottoscritto, considerando le parole di elogio spese niente meno che dallo stesso Romero, Quentin Tarantino, Peter Jackson e Stephen King. Quindi se questi 4 mostri sacri di cinema e letteratura hanno apprezzato, perchè non concedergli una possibilità? Vi assicuro che non rimarrete delusi.

Perchè solo due, perchèèèè!?

Di Ex ne ho già parlato (ecco dove) e mi limito a dire che è un peccato che, al momento, qui in Italia non siano sbarcati tutti i libri. Almeno ogni singolo tomo è, di fatto, autoconclusivo e non si rimane col fiato sospeso.

Come cavarsela quando i morti ti vengono a cercare?

Potrebbe essere questa la domanda alla base delle opere di Max Brooks, scrittore figlio del mitico regista Mel Brooks. Manuale per sopravvivere agli zombie illustra tutte le tecniche di combattimento e protezione atte a salvare la pelle a noi e alle nostre famiglie/comunità. Invece World War Z porta tutto ciò su scala globale.

Perchè, è proprio il caso di dirlo, il conflitto con gli zombie non è una battaglia ma una guerra. Una divertentissima, seria ma non serissima, guerra mondiale arrivata anche al cinema (eccola), in una versione non così indimenticabile con Brad Pitt.

Videogame sugli zombie? Ovvio che sì

Piacciano o meno, i mangiatori di cervelli si sono fatti valere anche nel settore videoludico. Chiunque ha sentito almeno parlare di Resident Evil, vero e proprio colosso del settore, ma niente mi ha fatto strippare più di Dead Island, qui in versione per PS4.

Annunciato da un trailer geniale, il titolo del 2011 sviluppato da Techland porta il giocatore su una bellissima isola tropicale infestata dai morti tornati in vita. Nei panni di Xian Mei, Purna, Sam B o Logan (ogni protagonista ha le sue peculiarità) bisognerà portare a termine missioni sempre più pericolose e scoprire l’origine della piaga zombie. Scontri coi cadaveri ambulanti saranno all’ordine del giorno e non mancheranno i colpi di scena. Ma senza dimenticare, ancora una volta, la legge non scritta che afferma che i più pericolosi, spesso, sono quelli che ancora pensano e respirano…

A distanza di anni ci gioco ancora con piacere e prima o poi, non appena mi deciderò, metterò le mie avide manine anche sul sequel (Dead Island 2) qui nella saporita HELL-A Edition per PS5.

E per oggi è tutto, alla prossima!

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