Lavorare sul web: bello, bello ma…

Quando dico che mestiere faccio (facevo) c’è chi s’incuriosisce e chi fa domande, ma pochi pensano che lavorare sul web sia brutto. Certo, è un mondo bello e stimolante ma…

Quanto stai per leggere è unicamente frutto della mia esperienza personale, ma penso sia indicativo dei tempi che stiamo vivendo.

Terminati gli studi ho frequentato dei corsi post diploma legati al mondo del cinema e della tv, l’ultimo dei quali mi ha aperto le porte verso la mia prima esperienza lavorativa. Ma mica sul set di un telefilm o di qualche pubblicità… no… in un ufficio. A inserire dati su serie tv, programmi per bambini e film.

Sembra ieri eppure sono passati quasi 20 anni.

Condizionato dai miei, impiegati nello stesso posto per decenni, sono cresciuto col mito del posto fisso. E per questo ho sgobbato, sudato, pianto e lavorato, tanto e bene. Eppure in tutti questi anni passati a lavorare sul web sapete per quanto tempo sono stato formalmente assunto? 6, sei, SEI mesi!

Il resto è composto da finti stage e contratti co.co.pro con progetti virtualmente infiniti. Senza contare quella che almeno per me è l’ennesima presa per i fondelli e cioè la cessione dei diritti d’autore. E qui mi fermo perchè l’esilarante “ti pago in visibilità” o il criminale “prima paga e poi, forse, guadagni” me lo sono sempre voluto risparmiare…

Spesso facevo dalle 9 alle 18 (non sempre con una pausa pranzo degna di questo nome), testa bassa e filare veloci che non c’era tempo da perdere. Il tutto mentre qualcuno passava ore al bagno parlando al cellulare (perchè?!) o schiacciava un pisolino svaccato sulla sedia dell’ufficio, sfinito dalle boiate che combinava e che il sottoscritto doveva correggere.

Tuttavia, spinto a volte da mansioni che comunque mi piacevano, ho conservato la speranza…

Ecco le principali ed eccitanti tappe della mia carriera, se così possiamo definirla:

  1. Ho dovuto dire addio al primo posto di lavoro perchè non potevo permettermi di andare a vivere a 600km di distanza. Il classico caso del pesce grande che mangia il pesce piccolo, praticamente. E senza alcuna forma di sostegno da parte dell’azienda, che aveva imposto il trasferimento di tutti i dipendenti.
  2. La seconda occupazione è durata 2 mesi ed era talmente gratificante e con un ambiente così piacevole e stimolante che passavo ore in bagno. A fare cosa? Immagina, puoi.
  3. Il terzo lavoro, piuttosto scomodo ma chissenefrega, l’ho abbandonato per il quarto, decisamente migliore e più vicino a casa. Dopo anni decisamente piacevoli è capitata una bella fusione, i collaboratori esterni sono risultati superflui e mi sono ritrovato a spasso.
  4. Qualche settimana dopo ecco una nuova opportunità in telelavoro, che mi ha arricchito di nuove conoscenze e con alti e bassi com’è naturale. I mesi sono trascorsi relativamene tranquilli, è arrivata mia figlia e quando lei ha compiuto un anno: “Sai, siamo talmente in crisi che non possiamo più permetterci di pagarti (un terzo di quella che sarebbe comunque stata una paga appena decente)
Passa un anno lunghissimo e…
  1. Apro questo blog e poi ecco il miracolo, o almeno quello che pensavo potesse esserlo. Ho vissuto invece 6 mesi di merda, inutile girarci attorno: un’ora e rotti per raggiungere un ambiente che definire tossico sarebbe comunque fargli un complimento. Com’è andata a finire? Un giorno sono in bagno e quando provo ad alzarmi cado per terra. Vertigini belle potenti, me le ricordo. Non so chi si recherebbe sul posto di lavoro contro il consiglio del proprio medico curante, io non l’ho fatto e ho accettato abbastanza serenamente il tutto. Ero quasi a scadenza, non mi sono rimesso in fretta e, com’è naturale, non è stato possibile rinnovare il contratto.
  2. Dopo circa 6 mesi ecco una leggera botta di culo. Vengo “ripescato” per una sorta di stage all’ufficio cimiteriale del mio paese. Era la fine del 2019 e sapete tutti cos’è successo dopo qualche settimana. Sì, esatto, la fottuta pandemia. Almeno, grazie allo smart working, ho potuto esaurire il monte ore. Ed ora eccomi qua, nuovamente DISOCCUPATO DA TRE ANNI.
A furia di prendere pochi euro e tanti “grazie e arrivederci” ho maturato una convinzione che per qualcuno sembrerà folle.

Sarò matto, ma un’occupazione piacevole e stimolante è una delle basi per una vita serena. Se i miei leggessero questo infarterebbero. Ritengo anche che creare ed essere soddisfatti prendendo pochi soldini non sia disprezzabile di per sè. A volte mi son ritrovato a pensare che fosse quasi meglio che essere assunti e svolgere mansioni ripetitive, sfibranti e che facciano appassire poco a poco “grazie” ad un ambiente lavorativo affatto sereno.

Se il tuo lavoro ti piace (e hai una moglie col posto fisso, evviva il matrimonio!) puoi passare più facilmente sopra a certe cose, no?

Eppure…

Ho passato 19 anni a galleggiare come uno stronzo in un mare di merda liquida. Ho trascorso una prima vita lavorativa all’insegna del precariato, quasi sempre soddisfatto delle mie mansioni. Eppure, al giorno d’oggi, sto provando sulla mia pelle cosa voglia dire non essere ottimisti.

Quando mi sono diplomato lavorare sul web era considerato il futuro (roseo). Meno di vent’anni anni dopo il mercato è talmente saturo e folle che una figura con quasi 20 anni di esperienza e competenze variegate come il sottoscritto fatica a trovare qualcosa vagamente attinente al proprio CV. Sto buttando giù tanto veleno e cerco di non fossilizzarmi solo su quello che potrebbe piacermi o meno.

Diciamo che mi godo i progressi di mia figlia a scuola e, tra una tabellina e l’altra, tengo la mente aperta e mi candido a qualche annuncio ma, per ora, non cavo un ragno dal buco. Fatta eccezione per quel colloquio durante il quale, quando ho chiesto dove si trovasse la sede di lavoro, si sono rifiutati di rispondermi. Vi pare normale?

Se per qualche motivo ti ritrovi in condizioni simili alle mie, leggi quanto segue, magari ti sarà utile…

Lavorare sul web, cosa occorre? Professionalità, un minimo di spirito di sacrificio e creatività rappresentano la base un po’ ovunque. Fortuna e tempismo sono alrettanto decisivi, perchè puoi essere un mostro nel tuo lavoro ma se capiti nel posto sbagliato al momento sbagliato o non fiuti l’occasione giusta…

Rimanere in questo mondo senza impazzire, cosa bisogna fare? Avere passione, tanta pazienza e MAI dimenticare il rispetto verso se stessi. Che senso ha sgobbare come un mulo, farsi trattare di merda, magari per pochi soldi e niente lavoro da casa perchè, oh, sta cosa abbassa la produttività?

E’ un mondo interessante e tutto quello che vuoi, ma se non hai le spalle larghe ti mangia vivo!

Verified by MonsterInsights