Bandai e le sue meraviglie

Dai Power Rangers ai gunpla, passando per il mitico Tamagotchi. Parlando di giocattoli Bandai è un nome che bisogna sempre tenere in considerazione.

Action figure, personaggi da montare, playset, giochini elettronici e chi più ne ha più ne metta. Da oltre 70 anni. Se paragonassimo l’intrattenimento ludico ad un pianeta direi che un gran bel continente dovrebbe essere quello noto come Bandai.

“Finchè non ci ficchi il naso, in certe cose, non puoi renderti conto della loro effettiva grandezza.”

Un detto, creato così su due piedi, che si adatta perfettamente all’azienda giapponese fondata da Naoharu Yamashina. Azienda della quale, sono onesto, da piccolo ignoravo completamente l’esistenza. Una volta cresciuto, invece, mi sono sempre limitato ad un “ah sì quella dei modellini di Gundam” fino a quando non ho deciso di approfondire l’argomento. E mi si è aperto un mondo.

Correva l’anno 1950…

Sin dalla sua fondazione Bandai ha avuto come scopo quello di vendere giocattoli e i primi prodotti commercializzati furono automobiline di latta e balocchi in celluloide. Quasi 20 anni dopo (1969) l’azienda iniziò la produzione di giochi in plastica (avete presente Colpisci la talpa?) e legati alle serie televisive, con quest’ultimi che ancora oggi le consentono di guadagnare un mucchio di soldi.

Le gioie per i bimbi di ieri

Iniziano gli anni Ottanta e Bandai produce i primi modellini di Gundam, prima di affacciarsi in modo prepotente sul mercato europeo. Come? Col primo videogame pensato per il NES e, dulcis in fundo almeno per me, con le action figure dedicate a Saint Seiya, ovvero I Cavalieri dello Zodiaco! Bellissime ieri mentre oggi viene spontaneo sorridere, per tenerezza e nostalgia sia chiaro. Ricordo perfettamente tutto quello che mi capitò tra le mani, tra bronzini e cavalieri d’oro. Una scatola con una bella illustrazione dell’anime faceva da antipasto al piatto principale: il personaggio adagiato su del gran polistirolo (vedi foto in alto) insieme alla sua armatura. Detto sinceramente? Fish, Cancer o Phoenix non assomigliavano molto agli originali animati, ma all’epoca non me ne fregava granchè. La fantasia vinceva sempre… al contrario di quella stupida catenella di Andromeda, che andava in frantumi anche troppo facilmente.

Oggi questi reperti archeologici sono stati sostituiti da nuove versioni, sì fedeli agli originali ma assai più care rispetto ad un “pupazzetto” medio. Ecco a voi un esempio, giusto per farvi un’idea, sperando che non vi accechiate come farebbe il buon Sirio..

Bandai non si fermò al re dei burroni & C., tanto che negli anni Novanta tra gli articoli di maggior successo figuravano quelli dedicati a Sailor Moon e Power Rangers. Senza OVVIAMENTE dimenticare quel campione di vendite che fu… rullo di tamburi… il… Tamagotchi. Se siete miei coetanei saprete senz’altro di cosa sto parlando: un giochino elettronico che imponeva (e lo fa ancora oggi) di prendersi cura di un pulcino. Notte e giorno. Altrimenti moriva di fame o finiva sommerso dalla cacca, ricordo bene?! Ben felice di non averne mai accuditammazzato uno.

Un godimento per i bimbi cresciuti…

Ancora oggi più del 50% dei guadagni di Bandai arriva dai giocattoli e, personalmente, non potrei esserne più felice.

Recentemente, infatti, ho scoperto che mi piacciono tantissimo i model kit di Gundam, modellini in scatola di montaggio (ed ovviamente in scala) dei vari robottoni apparsi nell’anime omonimo. Devo dire che dà una certa soddisfazione veder sorgere dai blister un Guncannon come quello ritratto qui sopra, in un tripudio di colori e bocche di fuoco. Senza dimenticare la posabilità, chè i gunpla possono assumere millemila posizioni senza scatti fastidiosi o paura di perdere pezzi.

Non ci si deve dimenticare il fattore action figure, perchè Bandai ne sforna a quintali. Siete fan accaniti di Naruto? Qui qualcosa che potrebbe interessarvi mentre qui, volendo, potete mettere le mani su un volto noto di My Hero Academia. Ma sono giusto un paio di esempi perchè in quanto a licenze questa storica azienda del Giappone non si fa mancare proprio nulla.

Ecco allora qualcosa di One Piece (Zoro è fighissimo!) o un personaggio che avrete senz’altro visto all’opera in Dragon Ball (meglio lui o lui?). Se invece siete vecchi (ma non troppo) fan dei robottoni di una volta e avete una gran voglia di spendere… beccatevi questa meraviglia.

… e i loro figli

Come si diceva qualche riga fa, Mamma Bandai ha la possibilità di far uscire roba legata a una moltitudine di prodotti diversi. Cosa che, ahimè ma non troppo, rende molto felice la mia bambina. La quale, appassionata da anni di Ladybug, gradisce parecchio giocare con le “bambole” (il termine action figure le è ancora estraneo) della sua supereroina preferita.

La mia mini-me s’inventa un sacco di combattimenti litigate ma non disdegna le love story, magari sul terrazzino della casa di Marinette. Che, da sola, occupa una porzione importante del nostro piccolo soggiorno, attentando spesso volentieri all’incolumità di stinchi e mignolini dei piedi. Ovviamente in un tripudio di bestemmie.

Quindi, in tutti i sensi…

… grazie tante, Bandai!

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