Chi si ricorda dei giocattoli degli Starcom?

Navi spaziali, carri armati fantascientifici, calamite, veicoli che si trasformano da soli. Tutto questo (e molto altro) erano i magnifici giocattoli dedicati agli Starcom!

Alzi la mano chi si ricorda degli Starcom. Mi sa che siamo in pochi, eh? Eppure sarebbe un peccato dimenticare una linea di giocattoli incommensurabilmente bella, con tante cosette degne di nota. Ma procediamo con ordine, che corro il rischio di fare un po’ di confusione…

Loda a te, Coleco!

Correva l’anno 1986 e la Connecticut Leather Company (il cui acronimo è, appunto, Coleco) stava cercando in qualche modo di riprendersi dalla crisi dei videogiochi di qualche tempo addietro. Dopo i Cabbage Patch Kids, bambole ben note anche qui da noi, ecco quella che potremmo definire come una svolta… spaziale. Con lo scopo di far interessare i bambini a NASA e dintorni, nasce quindi Starcom: The U.S. Space Force: buoni contro cattivi, in un tripudio di navicelle spaziali e mezzi da combattimento fantascientifici.

Il progetto si sviluppa per così dire su due fronti: quello giocattoloso in primis e, di supporto, quello cartoonesco. La serie animata, targata DiC, è un flop clamoroso composto da soli 13 episodi, trasmessi negli USA alla fine del 1987 e sbarcati in Italia (su Odeon) l’anno successivo. Mancando della spinta fondamentale della tv, i giocattoli fanno breccia nel cuore di ben pochi fanciulli, la Coleco va in merda bancarotta e gli Starcom passano al colosso noto come Mattel.

Una bellezza incompresa

Ma che avevano di così interessante i giochi? Essenzialmente due cose. La prima è che, azionando un pulsante, innescavi un meccanismo che consentiva di trasformare il veicolo (o parte di esso). Da notare come ciò avvenisse senza l’uso di pile. La seconda cosa, ancor più wow per il me di ieri, erano le componenti magnetiche: gli stivaletti dei personaggi erano calamitati e potevano così attaccarsi ad alcune porzioni dell’astronave, del set o del mezzo terrestre.

E al fine di comprendere meglio la “figosità” di tutto ciò…

Ecco 5 veicoli Starcom che ricordo con estremo piacere.

Laser R.A.T.

Il mio primo Starcom, non lo scorderò mai! Sia benedetta la levettina che faceva partire la magia, perchè un insignificante cubo con le ruote in pochi secondi diventava una sorta di piccolo fuoristrada. Piccolo ma cazzuto, con due cannoni orientabili e una graziosa postazione di fuoco rialzata per il passeggero. Le ruote potevano uscire dalla loro sede, allargando e/o slanciando la linea di un veicolo di dimensioni tanto ridotte quanto bellissimo.

Tornado Gunship

Un banale container, trasportabile da mezzi ben più grossi. Sai che merda, direte voi. Ed è qui che casca l’asino: il parallelepipedo infatti si trasforma in pochi secondi in un letalissimo… mini-bus volante. Il mezzo infatti trasporta 4 soldati, più il pilota e non ultimo il simpaticone deputato a manovrare il doppio cannone. Che è in grado di sparare a 360°, spargendo morte e distruzione e declamando a gran voce il motto “le dimensioni non contano!”.

Starhawk

Parrebbe avere una linea davvero fichizzimah, poi guardi un po’ meglio il velivolo e ti chiedi che senso abbia avere due cabine di pilotaggio parallele. Volevano occupare spazio o gli faceva schifo mettere due sedili in fila, tipo jet alla Top Gun? Certo è che con una configurazione simile, sicuramente più classica ma meno originale, non avresti avuto il privilegio di ammirare il veicolo aprirsi in due. Per? Beh, esce (ovviamente a scatto) un cannone a tre bocche di fuoco davvero enorme: direi che è sufficiente, no?

Armamenti a parte, da piccolo uscivo pazzo per le suddette cabine che si aprivano verso il basso (vedi foto) mentre, senza un vero motivo, non tolleravo le alette laterali pieghevoli. Che infatti rammento essere state tra i primi pezzi andati persi chissà dove.

Starmax Bomber

Il mio sogno mostruosamente proibito, rimasto tale perchè con ogni probabilità costava troppo. Trattasi del veicolo più importante dei buoni, il jolly, il… bomber che ti risolve la partita. Un’astronave da guerra con non so quanti cannoni, in grado di trasportare le truppe e ridurre a mal partito i nemici. Tante cosucce interessanti in questo set, soprattutto l’alloggiamento arancione che vedete in foto: poteva ospitare un certo numero di omini e, azionando il famoso meccanismo (noto come power deploy) fuoriusciva dalla parte posteriore dello Starmax.

Ma come, parli di buoni contro malvagi e non metti un veicolo dei cattivi? Tranquilli, chè il meglio l’ho lasciato alla fine!

Shadow Blast Track

Cattivo e cazzuto, questo carro armato è il mezzo di terra più bello che mi sia capitato tra le mani. Non solo degli Starcom, eh, intendo proprio tra tutti i giocattoli che io abbia mai avuto. Esagero? Forse un pochino, dai. Però guardate la foto: belli i due cannoncini laterali ma il vero capolavoro è quella cosa in basso, a scomparsa e con le bocche di fuoco estraibili. Ricordo di aver scoperto questa meraviglia toccando un pulsante per sbaglio perchè, oh, chemenefotteva a me di guardare le istruzioni.

Discorso a parte lo merita la torretta posta nella parte posteriore del mezzo. Alzavi uno sportello, sollevavi la protezione e il cannoniere poteva tranquillamente bersagliare i nemici standosene al riparo. Dulcis in fundo, azionavi il power deploy e il cannone si alzava, liberando spazio prezioso all’interno del veicolo.

Tralascio volutamente la questione sulla parte anteriore del Blast Track, che si apriva in avanti andando a poggiarsi a terra (vedi illustrazione sopra). Ieri non afferravo il senso di tutto ciò e oggi, a distanza di qualche decennio, fatico ancora a pensare a come potesse essere una configurazione utile. Veniva buona qualora il veicolo fosse rimasto rimasto danneggiato in battaglia? Minchia, sai che bello rispondere al fuoco nemico standosene belli seduti con ancora le cinture di sicurezza allacciate…

E con questo delirio ho finito, alla prossima!

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