Giocattoli hi-tech (e non solo) da ricordare

Dal Talkboy ad Emiglio il robot, passando per la guerra Nintendo-SEGA. Ecco i giocattoli hi-tech che ieri profumavano di futuro e… cosa c’entra il Pisolone?

Chi, come il sottoscritto, è cresciuto a cavallo di Re Nero degli anni 80 e 90 ha potuto assaporare l’evoluzione dell’industria del giocattolo. Si è passati da fare la guerra con i soldatini ad impazzire per le action figure dedicate ai cartoni animati, per arrivare a console come Mega Drive o Game Boy. In mezzo? Tanta roba bella (qui quella brutta) e più o meno evoluta, tecnologicamente parlando.

Robot camerieri, registratori comparsi in film leggendari, astronavi ad infrarossi e… cos’è quello… un sacco a pelo a forma di coniglio? Sì, baby, sono i giocattoli hi-tech (e non solo) del passato-non-più-così-recente e dei quali oggi voglio parlarvi.

Pronti per una gitarella sul viale dei ricordi? Buona lettura!

La fabbrica dei mostri

Crea tu stesso una grande collezione di incredibili mostri multicolori: la frase sulla scatola dice già tutto. In pratica si trattava di un fornetto grazie al quale potevi preparare tutta una serie di orride creature, utilizzando stampi e il tipico liquido gommoso. In parole povere? Se volevi giocare allo scienziato pazzo questo era il gioco da avere, assolutamente. Visto il successo ottenuto non mi stupisce che la fabbrica dei mostri sia in commercio ancora oggi, in una versione ovviamente più moderna (eccola).

Dolce forno

Due lampadine, qualche accessorio, alcune ricette, un po’ di manualità e via a preparare dolci e pizzette in miniatura. Ovviamente sotto l’occhio vigile di mamma e papà, perchè stiamo pur sempre parlando di un fornetto vero e proprio. Un’idea geniale per un giocattolo che poi giocattolo non è, nato addirittura negli anni Sessanta e che negli anni Ottanta ebbe un grande successo.

I Mini Pony sono gli zombie dei giocattoli?

Non importa se stacchi loro la testa, i cavallini pettinabili troveranno sempre un modo per invadere casa tua. Anche se hai traslocato. Scherzi a parte, questo è un concept ludico che ha saputo resistere allo scorrere del tempo come pochi altri. Nati nei primi anni Ottanta, i My Little Pony hanno saputo rinnovarsi nel corso dei decenni pur non cambiando molto il loro aspetto. Merito, direi, della loro semplicità e… niente, se penso al crossover con i Transformers mi viene su il panettone. Del 1985.

Li conoscono tutti ma li usava qualcuno?

Non parlo dei pattini a rotelle in generale, eh, intendo proprio queste coloratissime “meraviglie” della Fisher Price. Avete presente quando incontrate una persona per la prima volta ma vi sembra di averla già vista? Ecco, con ste robe è la stessa cosa e per di più vi stanno sul c…o! Perchè oggi ripensate a loro con malcelato disgusto e ieri, dopo averli intravisti in un negozio, li avete odiati da subito. Ah, ve li hanno regalati? Scommetto che sono finiti nel baule del dimenticatoio in tempo zero. 

Tomy Racing Turbo

Questo è un residuato, che stava lì in mezzo tra i giochi analogici classici e quelli elettronici. Chiave d’accensione, marce, volante e uno schermo piccolo così per… per… sfrecciare col vostro bolide su un circuito che durava… boh… 10 secondi? Forse meno. Ma, oh, poi si ripeteva in un loop infinito. Wow. Che bello. Almeno non ti rincoglionivi davanti alla tv. Perchè eri morto di noia prima.

Và che bello il Powerjet XT-7!

Quello di Capitan Power ai tempi (seconda metà anni Ottanta) fu un esperimento a dir poco interessante. Consisteva infatti in un telefilm fantascientifico col quale gli spettatori potevano interagire utilizzando i giocattoli hi-tech della linea omonima. Personaggi, astronavi e veicoli che reagivano agli impulsi trasmessi dalla serie televisiva? Una figata assoluta… che per qualche ignoto motivo non fece presa sul me di 30 e rotti anni fa.

Il mito, il caldo, il bestemmiometro genitoriale che impazzisce

La Giochi Preziosi degli anni Ottanta era un punto di riferimento per tutta la famiglia e tra i suoi prodotti di punta c’era sicuramente lui, il Pisolone. Un sacco a pelo con testa e zampe, caldo, comodo e pronto ad accogliere bimbi e bimbe? Idea assolutamente vincente, peccato che i suddeti infanti fossero destinati a crescere abbastanza in fretta. Sempre, poi, che non avessero già sviluppato una certa allergia alla polvere.

Dite che sono di cuore arido? Forse non avete avuto una mamma come la mia, estremamente apprensiva. In ogni caso ecco a voi una fantastica ed insopportabile versione moderna di un vero e proprio mito del passato.

Una piccola cosa, bellissima e… assolutamente inutile?

Il suo nome è HitClips e fece capolino nei negozi tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del ssssecondo millennioooohh. Avete presente gli MP3? Ecco, sta roba arrivò poco prima di loro e permetteva di ascoltare un estratto delle canzoni pop più famose di quel periodo. Sai che figata sparare a tutto volume per ben 60 secondi una versione di bassa qualità di Hit Me Baby One More Time di Britney Spears? O eravate più da Bye Bye Bye degli NSYNC?

La prima palestra del sadico

Ecco un altro di quei giochi da tavolo nati anni fa ma che sono in vendita ancora oggi perchè, oh, vendono. Aaaaah, Cocco Dentista! Strappa via il dente al coccodrillo e se hai culo questo non ti mastica via un dito. Come? Dite che ho esagerato? Forse perchè non avete visto la versione cattiva con le lame

Emiglio è meglio…

… e se oggi ne vedi uno buttato nella spazzatura ti parte giustamente un bestemmione, così potente che anche l’Altissimo ti chiede scusa. Frase ad effetto a parte, questo robot è senza dubbio il jolly, il campione della lista dedicata ai giocattoli hi-tech e non solo. Simpatico, colorato ma non troppo, dall’aspetto gentile e… TUTTI lo volevano.

Perchè? Beh, si muove in tutte le direzioni, è radiocomandato, ti può portare il succo mentre studi (ahahahah, sì, certo) o la birra mentre guardi la partita e poi, oh, “parla con la tua voce”. Una vera meraviglia, ricercata ancora oggi nella sua versione originale e che vende abbastanza anche nella sua configurazione più moderna.

Il giocattolo preferito di… KKKKEVIIINNN?!

Avete presente Mamma ho riperso l’aereo? Ecco, il Talkboy era quella piccola meraviglia che il buon Kevin utilizzava per “rubare” la voce di quel rompicoglioni di suo zio. Ma non era solo un registratore, infatti faceva anche da lettore di musicassette e se non sapete cosa sono è perchè siete troooooppo più giovani del sottoscritto.

La guerra, parte 1

Quando andavo alle elementari c’è stato un periodo in cui c’era una sorta di guerra tra le varie classi. Era una rivalità vera e propria, con tanto di nomi in codice e addirittura risse sfiorate e punizioni che fioccavano. Ma non chiedetemi il perchè perchè il perchè non c’era. Semplicemente c’era chi faceva parte del Team Nintendo e chi, come il sottoscritto, era del Team SEGA. E a proposito della SEGA (niente battute del cazzo, prego) tutti ma proprio tutti eravamo innamorati del Mega Drive. Perchè?

Beh, rispetto al Master System era enne volte meglio in termini di grafica, giochi e tutto, ma non tutti ce l’avevano ed è anche per questo che era così desiderato. Giocarci era un evento e titoli come Streets of Rage 2 me li ricordo ancora oggi: quante legnate potevi dare con Max Thunder e che strano era vedere un ragazzino che menava la gente muovendosi solo ed esclusivamente con i pattini a rotelle ai piedi…

La guerra, parte 2

Guerra intesa anche come battaglia di vendite. E il Nintendo 64 (1996-2002) da quel punto di vista non si comportò male, anche se non raggiunse i livelli della prima PlayStation o dello SNES. In ogni caso era una console moderna, che regalava i primi assaggi di grafica tridimensionale (grazie a titoli come The Legend of Zelda – Ocarina of Time o Super Smash Bros) e che riuscì a vendere oltre 32 milioni di unità. Questo nonostante un controller, il tricorno, che per me è una delle cose più brutte che siano mai entrate nella cameretta di un ragazzino. Giocattoli hi-tech sì, ma non sempre l’occhio vuole la sua parte…

Alla prossima!

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