Wrestlemania 40: è stata davvero… XL?

Dal sabato alla domenica, dai match con niente in palio all’incontro in cui c’era in gioco tutto. Ecco le mie considerazioni su Wrestlemania 40.

Lo Showcase of the Immortals è giunto alla sua quarantesima edizione. Quaranta in numeri romani si scrive XL, proporre il giochino sulle dimensioni dell’evento era cosa buona e giusta, anche se scontata. Ma è andata davvero così? E’ stato davvero un PLE eXtraLarge? E’ stata migliore rispetto all’edizione precedente? Bisogna dire che di carne al fuoco, in questa Wrestlemania 40, ce n’era davvero tanta.

Roba da far indigestione, nonostante la ormai consueta suddivisione in due serate? Beh, i gusti son gusti e gli stomaci… pure. Nel senso che i giudizi sono sempre qualcosa di puramente soggettivo, quindi a te lettore può piacere una roba che a me fa decisamente schifo. E questo eventone non ha rappresentato certo un’eccezione.

Curiosi di saperne di più? Continuate a leggere, ma solo se non avete paura degli SPOILER, ok?

Ecco com’è andata la serata di Wrestlemania 40 Saturday…

Rhea Ripley vs. Becky Lynch

La serata vera e propria, dopo i classici filmati di presentazione e l’inno USA, si è aperta col match valevole per il Women’s World Championship. Le due contendenti sono tra il meglio che la WWE possa offrire (per quanto riguarda la divisione femminile) e… beh… ci hanno dato dentro.

Un incontro intenso, forse non così folle e spettacolare come avrei voluto ma bello avvincente. Considerando che la Lynch era malata da giorni, non ci si poteva davvero attendere di più: Mami si è confermata campionessa e il suo regno, iniziato proprio l’anno scorso (leggi qui), pare destinato a non finire tanto presto. Almeno fino a quando non accadrà qualcosa di grosso, del tipo l’arrivo in zona cintura di qualche lottatrice che possa rivaleggiare con The Eradicator in termini di carisma e forza fisica.

Voto: 7

Six pack tag team ladder match

Alla vigilia ci si potevano aspettare due cose: la riconferma del Judgment Day (Finn Balor e Damian Priest) oppure lo split (la divisione) delle cinture da campioni di coppia. Che è quello che è avvenuto, con Theory e Waller nuovi campioni di Smackdown e Miz e R-Truth destinati a far divertire i fan in quel di RAW.

Io ho un debole per i match belli incasinati e spettacolari, lo ammetto. E questo lo è stato. Anche troppo? Il giusto, diciamo. Voli, mazzate, scale scassate e qualche momento esilarante hanno portato lo spettatore, come detto poc’anzi, a due finali. Il primo l’ho trovato un po’ troppo veloce mentre il secondo è stato infarcito di “ecco adesso tocca a loro, no tocca a quegli altri” prima del giusto premio dato agli Awesome Truth.

Voto: 7

Mysterio vs. Mysterio, capitolo 2

Era necessario? Per come l’hanno costruito no, assolutamente. Han scelto però di accontentare i fan della lucha libre e han tirato su un match di coppia tra Rey Mysterio con Andrade (e non Dragon Lee) e Dirty Dom con Santos Escobar. Il tutto in fretta e furia e negli ultimi giorni, quasi volessero riempire la card del sabato con più gente possibile. L’incontro di per sè non è stato neanche brutto, qualche mossa interessante e la sorpresa finale che puzza di fan service locale lontano un miglio.

Voto: 6

Uso vs. Uso

Due fratelli gemelli uno contro l’altro? Non si vede spesso. L’astio tra Jey e Jimmy arriva da lontano, dalle prime crepe nella Bloodline, e si è incancrenito settimana dopo settimana. La resa dei conti era inevitabile e ci si attendeva spettacolo e dramma.

Così è stato? Nì. Nel senso che si sono menati come fabbri e uno ha provato a fregare l’altro, ma non c’è stata quella sensazione da regolamento di conti. Diciamo che 11 minuti sono pochini, per una contesa di questo tipo. In altre circostanze, forse, sarebbe stata il main event di un PLE secondario, sicuro i due fratellini avrebbero meritato un minutaggio maggiore. Non male, comunque, il tutto.

Voto: 7

L’incontro più scontato del sabato

Le Damage CTRL sono le campionesse di coppia femminili ma hanno deciso di non far loro difendere le cinture. Mah. In compenso le hanno date in pasto ad un team che, se sfruttato, potrebbe garantire nel futuro prossimo una sana e robusta dose di spettacolo, mazzate e, permettetemi, ormone. Chè tra Naomi, Jade Cargill e Bianca Belair fascino e abilità in ring si sprecano.

Non c’è molto da dire: azione, cambi, mosse veloci per un incontro piacevole, affatto incerto ed estremamente rapido, il più corto di Wrestlemania 40 Saturday.

Voto: 6,5

L’incontro più bello del sabato

Una meraviglia. Quando metti l’uno contro l’altro due wrestler come Gunther e Sami Zayn è più difficile toppare che cavarne fuori qualcosa di buono, ma qua hanno sfiorato l’eccellenza. La storia è stata costruita velocemente nelle settimane precedenti però le hanno dato un senso e sul ring, poi, i due atleti hanno dato il meglio. Sberloni, mosse ad alto impatto, psicologia ed un risultato che non era del tutto scontato han lasciato lo spettatore col sorriso sulle labbra.

Voto: 8

Il tag team match più importante di sempre? Parliamone…

L’attesa per il sabato era quasi tutta rivolta a questo incontro, per ovvi motivi. Da una parte il due volte vincitore della Royal Rumble (Cody Rhodes) con Seth Freakin Rollins mentre dall’altra il tribal chief col cugino famoso, mi pare si chiamino Roman Reigns (campione da una vita) e The Rock. Lo chiamano star power non per niente.

La contesa ha avuto una costruzione lunga e meravigliosa ed è durata una vita. 44 minuti, senza contare gli interminabili ingressi in scena dei lottatori. Ne è valsa la pena? Boh, non sapevo cosa aspettarmi e ciò è buono però è stato un mezzo casino. Logico, eh, che il Final Boss (che cagata di soprannome) non metteva piede su un ring da un sacco di tempo e hanno trovato un buon modo per non far notare la ruggine.

Nel complesso un match senza regole, lento a tratti ma comunque bello e carico di tensione. Insomma, pur con qualche pecca preventivabile si è rivelato meritevole di essere visto, anche in ottica main event domenicale.

Voto: 7,5

Non dico altro, in attesa del giorno successivo.

E a tal proposito…

Ecco com’è andata la serata di Wrestlemania 40 sunday.

Sia lode all’agnello sacrificale e non solo…

Nelle settimane precedenti avevo maturato la convinzione che i buoni, in chiave storyline, non potessero trionfare totalmente. E quindi ritenevo che Seth Rollins avrebbe pagato dazio, considerando l’incontro del sabato e l’avversario della domenica. Che Drew McIntyre potesse finalmente coronare il sogno di laurearsi campione davanti ad un pubblico pareva dunque scontato. E’ andata veramente così? Sì, ma…

… ma chi ha scritto questo segmento dello show ha saputo giocare le sue carte in maniera sublime! Il match tra i due lottatori è stato piuttosto breve ma d’impatto, ha avuto un finale logico (e non scontato) ma lo scozzese ha voluto strafare. E l’ha pagata cara. Come? Beh, rompi i coglioni a CM Punk una volta di troppo e finisce che lui ti pesterà col tutore e… ed eccola qua, finalmente, la valigetta! Lode anche a te, Damien Priest, perchè hai fatto godere parecchi fan e, potenzialmente, hai reso estremamente interessanti le settimane a venire.

Voto al tutto: 9

Get the tables! E poco altro.

Bobby Lashley e gli Street Profits contro The Final Testament in un match dov’era valido tutto? Mah, diciamo che han voluto premiare le due stable anche se non han fatto molta presa sul pubblico. Però han chiamato Snoop Dogg al tavolo di commento (non so dire se fosse “alto”) e c’era Bubba Ray Dudley come arbitro e quindi… e quindi… meno di 9 minuti sono volati. Ma non è stato niente di memorabile, anche se un paio di momenti sono stati davvero gradevoli.

Voto: 6

Yeah!

Uno degli atleti più over di questo periodo (LA Knight) contro un mostro come AJ Styles? Le premesse erano buone e la costruzione della faida è stata godibile tra agguati, sediate, provocazioni e violazioni di domicilio. Il match, invece? Mmmmm, non è stato brutto, affatto, però è mancato qualcosa che facesse pensare “uuuh, roba degna di Wrestlemania 40”. Diciamo un incontro caldo, combattuto, ma non bollente.

Voto: 6,5

La sorpresa

L’ho detto già gli anni scorsi e mi ripeto: Logan Paul sa fare il suo mestiere. E ogni volta mi stupisco di come sappia stare sul ring e di quanta considerazione abbiano nei suoi confronti, lassù ai piani alti della federazione. A sto giro il campione degli Stati Uniti se la doveva vedere con due assi come Randy Orton e Kevin Owens e c’erano tutte le carte in regola per coronare un nuovo campione. Teoricamente.

Immagino lo abbiate intuito: così non è stato, però è andato in scena un bello spettacolo. L’influencer volante ha vinto d’astuzia e di mestiere, lui che di esperienza non ne ha, dopo aver preso delle sane e robuste legnate sia da KO che dal Legend Killer. Ci son stati momenti divertenti e sequenze davvero belle e quindi farei un virtuale ma meritato applauso a tutti e tre, chè i quasi 18 minuti di durata sono volati via in un lampo.

Voto: 7,5

La chiusura di un cerchio bello grosso

Bayley ha fatto nascere le Damage CTRL, Bayley ha fatto vincere le Damage CTRL a tutti i livelli, Bayley ha simbolicamente ucciso la sua stessa creazione. Nel senso che, dopo aver vinto la Rumble femminile, ha capito che le sue alleate erano in realtà delle serpi e ha deciso di ribellarsi e dar loro battaglia.

Fino alla resa dei conti, al faccia a faccia avvenuto sul palco più importante. Match ottimo, davvero bello. Merito di entrambe, eh, chè a distanza di giorni continuo a chiedermi perchè la ormai ex campionessa Iyo Sky abbia lottato così poco in questo periodo. Un finale intenso ma facilmente pronosticabile non ha intaccato la sensazione di aver assistito ad uno show degno della serata.

Voto: 7,5

L’hanno fatto davvero,  incredibile

Avete notato che non ho sganciato insufficienze? Ecco, ero assolutamente convinto che prima o poi mi avrebbero fatto bestemmiare e quando è arrivato il match più atteso mi stavo preparando ad un vaffa bello tonante. Troppe volte, nel passato, la WWE ha mandato in vacca il suo incontro più importante e quando ho realizzato che 12 scontri su 12 erano stati tra il passabile e il bellissimo mi sono rassegnato.

E invece no!

In poco più di mezz’ora s’è visto di tutto, dalle mazzate belle ignoranti ai falsi finali, fino al finale vero e proprio. Che sarà durato un’eternità ma nessuno se n’è accorto, considerando le varie intromissioni. Roman Reigns è in estrema difficoltà? Ecco spuntare Jimmy Uso che però viene ri-affrontato (e schiantato) dal suo gemellino. Roman Reigns rischia di capitolare? Ecco giungere in suo soccorso Solo Sikoa, un po’ come successo l’anno prima.

Tutto finito? Il Tribal Chief ha vinto ancora in questo modo? No, perchè prima è arrivato John Cena a salvare Cody Rhodes, poi The Rock ha provato a far valere nuovamente il proprio potere da Final Boss e infine… suona una campana, buio in sala e spunta nel delirio più totale The Undertaker. Momenti che han fatto saltare il pubblico, me compreso anche se ero seduto comodo a casa, fino alla sequenza finale…

Voto: 10

Dopo ben più di 3 anni Roman Reigns ha abdicato nel modo più caotico, spettacolare ed emozionante che un fan potesse sperare. L’incontro che ha concluso Wrestlemania 40 è la proverbiale ciliegina su una torta davvero buona, la migliore degli ultimi anni. Se doveva essere un nuovo inizio… beh… han fatto centro.

Alla prossima!

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