Merendine di una volta: le ricordate tutte?

Dal succo Billy al Soldino del Mulino Bianco: biscotti, bibite e altre golosità in una compilation dedicata alle merendine degli anni 80 e 90.

Lo sentite anche voi questo profumino di nostalgia? Avvertite anche voi come una sensazione di bruciore allo stomaco? Tranquilli, molto probabilmente il vostro corpo sta ricordando i bei tempi andati. Tempi in cui un bimbo alle 16 accendeva la tv su Bim Bum Bam e faceva il pasto (per lui) più importante della giornata… la merenda!

Per chi, come me, è cresciuto a cavallo tra gli anni 80 e 90 tutti i pomeriggi avevano un minimo comun denominatore e cioè gli zuccheri. Massicce quantità di zuccheri sotto forma di brioche, biscotti, gelati e bibite da gustare avidamente, mentre si  ammirava Mark Lenders falciare senza pietà quel fighetto di Holly Hutton. Il tempo, si sa, è tiranno e scorre velocemente ed è abbastanza logico che voi siate cambiati e che siano cambiate certe dolci prelibatezze. Sempre che siano ancora in commercio.

Eccolo, dunque, il motivo di questo post…

Celebriamo tra il serio e il faceto la componente edibile della nostra infanzia. Come? Ricordando alcune delle merendine più famose (e buone?) di 30-40 anni fa.

Il Soldino originale

Non l’ho mai mangiato ma l’ho sempre desiderato. Quando si parla di colazione/merenda il Mulino Bianco è un punto di riferimento da decenni e certi prodotti sono rimasti nel cuore. Al punto che l’azienda ha pensato bene di riproporli a distanza di tempo, seppur con forme diverse. Ebbene sì, il Soldino esiste ancora solo che è rettangolare ed è… in edizione limitata?!

Ve le ricordate?

Io… nì. Nel senso che non credo di averne mai assaporata una, eppure quella grafica della confezione e soprattutto quel design del biscotto mi fanno dire “minchiasì, le Tortorelle“. Come se un cazzotto in testa mi avesse catapultato indietro nel tempo, quando la tv non sempre era a colori e certi giocattoli erano un gran bel vedere.

Un volto e un ciuffo indimenticabili

Ecco un’altra di quelle merendine che non credo proprio di aver mai mangiato perchè “fa male e hai il colesterolo alto”. Parole e musica dei miei genitori, ovviamente. Comunque l’Urrà Saiwa era un wafer ricoperto di cioccolato e la sua popolarità era dovuta anche al bel tipo che vedete in foto, protagonista di questo spot per la tv.

Il succo dei succhi?

Aaaaah, il Billy! Che buono che era, sto succo arancione fosforescente. Manco fosse un rifiuto tossico nucleare proveniente da Cernobyl. Come… FONTI LEVISSIMA? Sarà, ma l’acidità di stomaco che mi lasciava ogni singola volta la ricordo ancora oggi. E comunque la confezione recita “bibita al succo d’arancia” e non succo. Chissà cosa ci ficcavano dentro…

Uno degli higlander del listone

C’erano ieri e ci sono ancora oggi (eccoli). Solo che la confezione è diversa e questi dischi dolci quanto un bebè che si ciuccia il dito sembrano (sono?) tanto ma tanto più piccoli. La combo Yo-Yo Motta e succo Billy ha testato alla grande le capacità digestive della mia generazione, anche se oggi può capitare che il riso bollito mi rimanga sullo stomaco. Nessuna correlazionehhhh?!?!?!

Nesquik non ti temo!

Un barattolone arancione col tappo rosso (o blu) cela al suo interno una polvere di malto e orzo, magari al gusto di cacao, pronta per rendere il latte più gustoso. Lo Sprint, prodotto dalla Plasmon, ai miei tempi voleva essere un acerrimo nemico di un’altra polvere cioccolatosa e cioè il Nesquik della Nestlè. Come finì la battaglia penso lo si possa facilmente intuire: il Nesquik è in giro ancora oggi mentre l’altro è finito nel dimenticatoio da un sacco di tempo.

Bibite dimenticate

Immagina, puoi. Siamo negli anni Ottanta e la rivalità tra Coca Cola e Pepsi ha raggiunto il suo apice. In questa guerra tra bevande frizzanti e zuccherate si aggiunge un terzo contendente, fieramente made in Italy. La San Pellegrino immette nel mercato la One O One e i miei coetanei se la ricordano di sicuro quella lattina. Ma, almeno per una volta, tra i due litiganti il terzo NON gode e nel giro di pochi anni la bibita viene messa fuori produzione, sparendo dal mercato.

Vi dice qualcosa?

Il suo nome è Merenda Più, è un prodotto della Motta e non me lo ricordo affatto. Leggendo qua e là scopro che era una merendina composta da due fette di pan di Spagna al cacao con in mezzo una crema (gelato?) al latte. Come dite? Vi sembra una sorta di antenato della Kinder Fetta al latte? Tranquilli, non siete i soli…

Il gelato per piccoli feticisti

Non esiste estate senza gelato, vero? Ecco dunque una fresca prelibatezza della Eldorado (poi incorporata dalla Algida) a forma di piede e giustamente chiamata Piedone. Bella da vedere e pure buona da mangiare? Io non ne ho memoria, di sicuro l’accostamento gelato variegato alla fragola e alluce ricoperto di cioccolato è quanto meno singolare. La versione precedente prevedeva gelato alla fragola E gelato al cioccolato e niente, sarò cattivo ma meno male che non esiste più.

Piccola pizza grande merenda

Anno 1992, la Findus regna sovrana grazie ai bastoncini di pesce (ma non solo quelli) e decide di deliziare i bimbi con una pizzetta da scaldare nel tostapane. Il suo nome? Speedy Pizza. Che oggi è un nome più che utilizzato ma ieri c’era solo quella lì, con lo spot in tv a cartoni animati i cui protagonisti erano un lupo e un coniglio. Ve li ricordate, vero?

Mah!

Un ghiacciolo ricoperto da due strati di gelato dal sapore diverso e che si intrecciano tra loro, tipo spirale o giù di lì. Ideona, vero? Il suo nome è Twister, è nato nel 1982 e, personalmente parlando, era invitante quanto una visita dal dentista causa carie. Esagero? Forse, di sicuro NON il prodotto più buono della Eldorado.

Il re dei calippi

Il campione del listone, il re di questa collezione dedicata alle merendine di oltre 30 anni fa. Cos’aveva di speciale il Calippo Fizz? Semplice, al suo interno c’era la magnesia che ad ogni morso o leccata ti solleticava la lingua. Cagata? Forse, però piaceva non solo a me ma anche al mio papà. E considerate che non è mai stato e mai sarà un grande fan di gelati, ghiaccioli e simili…

Sprite non ti temo!

Quando si parla di bibite frizzanti al limone il primo nome che viene in mente è, ovviamente, la Sprite. Ma c’è stato un tempo in cui un’altra bibita, così simile eppure così diversa, faceva parlare di sè. La 7UP non era poi tanto diversa, anche la lattina era verde come quell’altra, eppure quelle pubblicità lì con quel personaggio lì sapevano catturare l’attenzione. Scopro solo oggi che il suo nome è Fido Dido e noi nostalgici dei bei tempi andati dovremmo ricordare (con un rutto fragoroso) questo piccolo pezzo di storia degli anni Novanta.

Il gelato Frankenstein

Una fionda di plastica rosa regge due mini gelati, al gusto vaniglia e fragola, parzialmente ricoperti di cioccolato. A completare il quadretto? Due pupille formate da due cicche, due gomme da masticare, perchè… perchè… perchè sì. Ladies and gentlemen, ecco a voi il Doctor Strabik! Che 30 o 40 anni fa non sarà stato la più famosa tra le merendine ma di sicuro era la più strana.

E con questa prelibatezza, si fa per dire, ho finito. Vi ho smosso qualcosa? Spero solo siano ricordi piacevoli…

Ciaoooo!

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